L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” ha analizzato le parole di Bryan Cristante, dette ierid urante al conferenza stampa di presentazione. Ecco quanto si legge: “L’alba della sua avventura calcistica è stata radiosa. Epifania 2014, prima da titolare a San Siro in un Milan il cui capitano si chiama Kakà, lui, che non ha neppure 19 anni, prende una traversa dopo pochi minuti e segna la rete del 3-0 con un diagonale rasoterra da fuori area. Poi mezzogiorno si è fatto un po’ più scuro, ma ora c’è Palermo che può tornare ad illuminare il suo cammino. Per Bryan Cristante il rosanero vuole essere il colore di una nuova carriera. Per adesso è solo in prestito dal Benfica, ma c’è un diritto di riscatto che a giugno il Palermo si augura vivamente di esercitare anche se è piuttosto elevato (6 mln di euro, la cifra che i lusitani pagarono per prenderlo dal Milan due anni fa). «Siamo convinti che qui troverà un rilancio» ha assicurato il ds Manuel Gerolin, ricordando com’è nata la trattativa. «Sapevamo che era molto difficile, perchè Bryan giocava in uno dei club più importanti d’Europa che l’aveva pagato tanto e il cui presidente era innamorato del suo gioco. Ma col cambio di allenatore, il ragazzo ha avuto qualche problema e noi abbiamo colto l’opportunità di portarlo a Palermo. E’ uno dei prospetti migliori d’Italia». Ritorno dei piedi buoni. Anche lui era andato in “fuga” all’estero per trovare spazio. Eppure Cristante sembrava destinato a una carriera lampo. A 16 anni debutto in Champions, poi si fa strada nel Milan. Ma anche le big devono fare cassa e a volte lo fanno con i giovani. Dunque, ceduto al Benfica per una bella cifretta. «Un’esperienza che rifarei perché in un grandissimo club si cresce anche se non ho giocato tantissimo. Nel primo anno ho fatto parecchie presenze ed ho vinto tre titoli, nel secondo è cambiato allenatore (Rui Vitoria che non lo vedeva, ndc) e trovavo meno spazio. Così non appena ho saputo dell’opportunità Palermo ho detto subito sì. Una piazza bellissima, una società storica, la migliore possibilità per rilanciarmi in Italia». Con un occhio anche alla nazionale. «Vediamo. Io devo giocare bene e affermarmi, se arriva qualcosa di più ne sarò felice». Piedi buoni ma non solo: «Posso giocare in più ruoli a centrocampo, nei 3 ho fatto sia il vertice basso che la mezzala. Nessun problema, Viviani può contare su di me sin da subito. Schelotto? Non lo conosco, lo farò non appena arriverà». Inizio burrascoso. Certo che esordire in un Palermo sconvolto dalle bufere del pre-Verona… «La testa è andata subito alla partita che era importantissima – risponde Bryan – ho potuto capire però che c’è un gruppo forte e molto unito. Non mi spaventa lottare per la salvezza, in squadra ci sono ottimi elementi e spetterà a noi disputare una seconda parte di campionato migliore. Sono convinto che saliremo in classifica, e comunque se ho scelto Palermo vuol dire che non mi tiro indietro di fronte alle difficoltà». Giovanissimo ma già con qualcosa da raccontare: «Nel settore giovanile del Milan mi allenava Dolcetti ma il tecnico a cui sono più grato resta Allegri. E’ lui che mi ha fatto esordire in Champions a 16 anni e poi successivamente in campionato. Mi ha cresciuto in questi primi anni di carriera». Ha cinque mesi di tempo per riconquistarsi l’Italia: «So che dovrò guadagnarmi il riscatto che al Palermo costerà un po’ per cui ora spetta a me dimostrare. Ringrazio Zamparini per l’opportunità e ho già visto dai primi giorni che la città è molto bella da visitare». A Verona è entrato in campo solo per 1′, domenica col Genoa potrebbe partire titolare: «Il fatto di non aver giocato molto in questi mesi non è un problema – assicura Cristante – in questi mesi mi sono allenato duramente e credo di tenere il ritmo partita. A Genova un confronto diretto? Ma noi andremo per vincere, come a Verona. La mentalità deve essere sempre questa»”.