Corriere dello Sport: “Coronado c’è. Il trequartista di Tedino: «Palermo è la mia grande opportunità. Non voglio fallirla»”

“Igor Coronado, un metro e sessantanove di fantasia, gioia e divertimento anche nella nuova versione di centrocampista. «Prego, 1.70 …». E lo dice sorridendo ma con forza, come se quel centimetro gli servisse per sollevare il mondo. Bari è la sua occasione. Il più piccolo, il capitano virtuale, la metafora delle ambizioni deve vestirsi da gigante per pilotare il Palermo all’impresa. Senza alcuni big e soprattutto senza il vero capitano e uomo gol, Nestorovski, la squadra è sulle sue spalle. Pollicino contro tutto e tutti nell’appuntamento più atteso di questo 2017, la sfi da ai ricordi lasciati in rosa da Brienza, altro topolino dalle grandi qualità, e sotto gli occhi di Grosso, mondiale con passato glorioso al Renzo Barbera. «Non è una questione di grandi e piccoli o di centimetri, nel Palermo siamo tutti immensi nel senso che abbiamo la misura delle diffi coltà e sappiamo di doverle superare con spirito di sacrifi cio e solidarietà di gruppo. Perché “Nesto” è il leader e il cannoniere, Jajalo un punto di riferimento e così via. Nestorovski ci manca, è uno che, anche se non sta bene, può trovare una o due occasioni per segnare. È lui il padrone dell’area di rigore. Ma tutti abbiamo un compito e vogliamo portarlo a termine nel migliore dei modi. Piccoli o grandi è il cuore che comanda e questo Palermo ne ha e l’ha dimostrato nelle avversità. Il mio impegno? A disposizione, come tutti e come vuole Tedino, per costruire, per fare diga, per segnare e sognare. Alla vigilia la testa è piena di buoni propositi, poi bisogna tradurre idee ed emozioni in prestazione». DOLORI E … GIOIE. Le vicende giudiziarie? «Non è l’argomento dello spogliatoio». E comunque la soff erenza per lui è un’abitudine avendo saltato ostacoli che sembravano insormontabili. I ricordi ancora caldi: «Da bambino, mi piaceva giocare fi no a sera, senza mai bere, fi no a sentirmi male e mi portavano anche in ospedale. Da quattordici a diciannove anni, ho disputato solo amichevoli. Emigrai in Svizzera, in seconda divisione, ma non avevano quattrini. Mi prese il Grasshoppers e, cambiato presidente, mandarono via i giovani. Poi, il ritorno in Inghilterra senza speranze, infi ne il provino a Malta. Una settimana: o la va o la spacca. Firmai: zero lire il cartellino, 1.500 euro il primo stipendio che, a volte, non pagavano neanche. Sembra un secolo sono passati poco più di due anni. Ora il Palermo. E se non sfondo, mi resta solo polvere». SFIDA DA RICORDARE.Il fantasista tascabile ammette: «Il gol mi manca ma non è tutto. Per le punizioni ho preso da Rogerio Ceni, portiere goleador. Poi da Ronaldinho. In B ne ho segnati diversi, in rosa uno solo. Il Coronado di quel Palermo-Empoli penso sia il giocatore che tutti vogliono vedere. Ho lasciato il periodo nero, sto tornando in piena forma, voglio dare di più anche se conta che la squadra vinca con o senza i miei gol. E’ la partita dell’anno, per noi e per loro, il Bari l’ho sempre battuto. Questa volta è diverso: avversari incattiviti dall’ultima sconfi tta, obiettivo comune, la A. E chi vince resta da solo in fuga. Non manca niente perché sia un giorno da ricordare»”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.