L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sul fondo salva calcio e sulla cassa integrazione per i calciatori di B e C che guadagnano meno di 50.000 euro lordi. Sono queste due delle richieste al Governo del mondo del calcio per affrontare la crisi da emergenza coronavirus. Nella riunione in videoconferenza convocata dal presidente della Figc Gravina, alla presenza di tutte le componenti federali, è stato richiesto al Governo lo stato di crisi del pallone e oggi verrà trasmesso all’Esecutivo (e al Coni) il documento con la forbice dei danni che il Covid-19 ha prodotto (ieri sono state apportati gli ultimi ritocchi). Per aiutare i club, dunque, servono provvedimenti concreti sia nel breve sia nel medio periodo. Che possono essere applicati al calcio, ma anche ad altri sport. Difficile pensare infatti che la proroga delle concessioni degli impianti con la sospensione dei canoni e il differimento delle scadenze fiscali e contributive potrebbero essere accolte con sdegno dal basket o dal volley. Sarebbero due aiuti concreti, ma la Federazione ha bisogno anche di altro. La prima idea è quella di chiedere al Governo una cassa integrazione per i giocatori che guadagno meno di 50.000 euro lordi. Tale misura (con altre fasce di guadagni) è stata già presa per altre categorie di lavoratori. Sarà possibile anche per i calciatori? Di certo potrebbe essere un provvedimento importante e da ottenere nel brevissimo periodo: si applicherebbe solo agli stipendi residui ovvero da marzo in poi. L’Aic ieri ha colto in questa proposta un taglio agli ingaggi che sarebbe eccessivo e ha fatto notare che si andrebbe al di sotto dei minimi federali per la categoria, ma la Figc ha replicato che il discorso è aperto e che di cifre si parlerà in un secondo momento, dopo che sarà raccolta un’eventuale disponibilità al dialogo di Conte. Fermo restando che poi sul fronte interno andrà comunque portata avanti la “battaglia” sulla riduzione degli ingaggi superiori ai 50.000 euro: l’accordo non sarà facile finché non si saprà se la stagione terminerà oppure no, ma la A preme parecchio. Il provvedimento successivo è quello le gato alla creazione di un “Fondo Salva Calcio”, utile per la ripartenza dei club in crisi di liquidità senza gli incassi dai botteghini. Il Credito Cooperativo potrebbe essere al fianco della Federazione che vi destinerà fondi ad hoc. Questa proposta sarà presentata entro aprile e, se varata, aiuterebbe l’iscrizione di tante squadre. Gravina di fronte alle Leghe e alle altre componenti federali ha ribadito la necessità di prolungare la stagione oltre il 30 giugno (un messaggio inviato soprattutto ai club della A che la considerano chiusa…) e ha sottolineato che all’Esecutivo sarà chiesto pure il rinvio del pagamento degli emolumenti fi scali, contributivi e assicurativi. Scontato il riallineamento della scadenza degli adempimenti Covisoc e lo spostamento della data di iscrizione al prossimo campionato.