L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla Conference League con la Roma impegnata contro il Cska Sofia.
Non fermare la musica, anzi se possibile alzare il volume. La Roma si lancia in una scoperta, la neonata Conference League, per lastricare e fortificare un sentiero virtuoso: «Ma abbiamo vinto 5 partite, non 50» ricorda Josè Mourinho prima del debutto nel girone, che al di là dell’ostacolo Cska può alimentare l’entusiasmo della tifoseria. Saranno oltre 28.000 anche stasera gli spettatori all’Olimpico, patrimonio da preservare e magari arricchire. Mourinho, con il ghigno istrionico che lo contraddistingue, osserva: «E’ un bel segnale, non solo per la Roma ma per tutto il calcio. Significa che c’è voglia di tornare allo stadio. Speriamo che le autorità autorizzino presto l’apertura totale, per ritrovare la normalità».
In duecento martedì sera hanno atteso la squadra fuori dal ristorante dove Mourinho festeggiava la millesima panchina in carriera. E’ difficile non lasciarsi contagiare dall’euforia: «E’ importante sentire questo calore. Specialmente per i giocatori che arrivano dall’estero, tipo Abraham o Viña, che devono capire in fretta l’ambiente in cui lavorano. Ma noi non dobbiamo andare fuori di testa. E nemmeno i tifosi. Serve equilibrio per comprendere che il nostro lavoro è cominciato due mesi fa. L’evoluzione si vede. Però finché non arriviamo al cento per cento non siamo niente. Questa ambizione non è negoziabile».