Corriere dello Sport: “Come si diventa Dybala. In Argentina: che salto da Cordoba tutto per papà Adolfo…”
In occasione del ritorno a Palermo di Paulo Dybala, da avversario, l’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” ripercorre la carriera dell’atraccante, dall’Argentina fino alla Juventus, passando per Palermo. Ecco quanto si legge: “IN ARGENTINA: E sì che papà Adolfo un figlio affermato nel calcio lo voleva eccome. E lo ha avuto, senza che il destino gli concedesse di poterselo godere. Se ne andò che Paulo aveva solo 15 anni. Adolfo aveva giocato e lo chiamavano El Chancho, il Maiale: insomma, una carriera da poco e quel soprannome tradiva uno stile non proprio ortodosso nelle chiusure sugli avversari. Voleva molto di più. Con Gustavo e Mariano, i primi due figli, non gli riuscì. «Ma Paulo aveva il pallone nel sangue dall’età di 4 anni», parole di mamma Alicia. Quando ne fece 8 Adolfo lo mise in macchina, destinazione Newell’s Old Boys, dove andò per un provino. Fatto e superato, ma a quel punto fu proprio il babbo di Paulo a dubitare: «Restiamocene a Cordoba, vedrai…». Aveva ragione, ma il resto lo ha visto dal cielo e da lì ha gioito, Adolfo. Cordoba era casa, anzi casa era Laguna Larga, il borgo di contadini dove i destini della famiglia Dybala si erano ricompattati molti anni prima, quando nonno Boleslaw sentì sulla pelle i rischi vitali del secondo conflitto mondiale e scappò dalle bombe di Krasniow, Polonia, decidendo di cambiare Paese, Continente. Scelsero Laguna Larga, Paulo è nato lì una cinquantina di anni dopo. Ed è rimasto legatissimo a casa, come dimostra il recente gesto di mandare le sue scarpette da mettere all’asta per consentire al piccolo club di calcio di rialzarsi dopo un furto pesantissimo. L’Instituto, dove è cresciuto, è stato il club di Mario Kempes e Osvaldo Ardiles. Nel 2011, non ancora diciottenne, arrivarono i 17 gol in 40 gare che ne fanno la Joya, il gioiello. E poi arrivò lo scout del Palermo Luca Cattani, E via”.