Corriere dello Sport: “Coda bomber universale. Altre magie sempre da A. Nessuno in Italia pesa quanto lui”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul bomber Coda e sulla serie B.
Più di una minaccia, Massimo Coda è una sentenza scritta. Per le difese avversarie, ovviamente. Goleador senza tempo, il prossimo 10 novembre compirà 35 anni, non teme confronti neppure con i grandi d’Italia. Non a caso le sue magie continuano ad essere oro colato. Ed è pronto a scrivere un’altra storia annunciata anche alla Cremonese, la società che se l’è accaparrato strappandolo a una nutrita concorrenza. Constatate le difficoltà di inizio stagione, il club lombardo, che non nasconde le proprie ambizioni di tornare subito in A, si è iscritto alla corsa al cecchino infallibile di Cava de’ Tirreni, la città che gli ha dato i natali e dove confida, prima o poi, di chiudere una carriera che lo ha reso un vincente per sempre. Con 119 reti bracca ormai da vicino Antonio De Vitis, ma nel mirino ha già messo Andrea Caracciolo (132 gol), Daniele Cacia (134) e, soprattutto, Stefan Schwoch, il principe della cadetteria con i suoi 135 autografi.
GOL PESANTI. Intanto, un piccolo record l’Ispanico – il nome che gli affibbiarono i tifosi della Strega nei sui anni indimenticabili nel Sannio, dove stava per tornare lo scorso gennaio prima di un clamoroso no del patron Vigorito a Fabio Cannavaro – lo ha già scritto a modo suo. Con sette reti all’attivo ha regalato alla Cremonese ben 8 punti. Nessuno in Italia ha saputo fare meglio. Messi in riga autentici campioni come Berardi del Sassuolo (5 reti che hanno dato a Dionisi 5 punti), ma anche Lautaro Martinez dell’Inter (10 reti che hanno fruttato a Simone Inzaghi 5 punti). Più o meno come lo score di un altro implacabile attaccante come Victor Osimhen che con 6 reti ha dato al Napoli appena 2 punti. O come Romelu Lukaku della Roma che di gol ne ha fatti 5, ma a Mourinho hanno reso un punto. Restando in serie B e senza scomodare i mostri citati, Coda non ha rivali: Mendez dell’Ascoli ha griffato finora cinque reti, ma l’Ascoli ha beneficiato di appena due punti in classifica. Più o meno come Benedyczak del Parma, terminale offensivo degli schemi di Fabio Pecchia con cui ha portato in vetta il Parma spiegando a tutti che questa volta la sua squadra non si accontenterà dei playoff persi malamente nella scorsa stagione incrociando il Cagliari di Ranieri in una gara epica. Coda, insomma, pesa di più. Molto di più.
EFFETTO STROPPA. E con Stroppa al timone della Cremo anche il gioco sempre alla ricerca della profondità senza particolari speculazioni potrà esaltare quest’attaccante che sorride e ti punisce senza andare troppo per il sottile. Lo sanno bene al Genoa dove, finito ai margini della squadra con Alexander Blessin e appunto sul mercato, con l’avvento di Gilardino in panchina è immediatamente tornato al centro del progetto e diventato indispensabile. Nel ritorno del Grifone in Serie A dopo un avvio di stagione tutt’altro che da incorniciare c’è stata la sua firma inconfondibile, fatta di gol e assist. Ma anche della sua mentalità vincente, un’arma contundente e decisiva in un campionato logorante e interminabile come la B.
LEADER NATURALE. Tra le sue doti naturali, oltre a una straordinariacapacità di vedere la porta avversaria testimoniata dalla sua prolificità in carriera, c’è anche il suo modo di legare con i compagni e di diventarne subito leader. E’ stato così ovunque abbia giocato in una carriera che avrebbe meritato qualche opportunità in più anche in A, palcoscenico assaporato a Bologna, Parma, Benevento e Genoa. Ma a Cremona è arrivato per andare lontano. E il bello deve ancora arrivare!