Corriere dello Sport: “«Ciao Totò», a Palermo ultimo saluto al campione. L’Arcivescovo: «Hai aiutato la città a cambiare»”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sui funerali di Totò Schillaci di ieri alla Cattedrale.

Durante il funerale di Totò Schillaci, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha reso omaggio al campione paragonandolo a Padre Pino Puglisi, il parroco che si oppose alla mafia, e ha ricordato come Totò avesse “fatto qualcosa” per la sua città, non solo nello sport, ma soprattutto stando vicino ai giovani anche dopo la fine della sua carriera calcistica. Le sue parole hanno sottolineato il valore che Schillaci ha avuto come simbolo di riscatto per Palermo, dimostrando che la città non è solo malavita, ma anche gente onesta che, attraverso l’esempio di Totò, ha potuto superare stereotipi negativi.

L’ultimo omaggio
La Cattedrale di Palermo, spesso affollata di turisti, è diventata ieri il centro dell’ultimo saluto al campione, con il feretro di Schillaci che ha percorso i luoghi simbolo della sua vita: dal quartiere Cep, dove era cresciuto, al campo Ribolla, sede della sua scuola calcio. Ad accoglierlo in Duomo sono stati gli applausi dei tifosi e i cori degli ultras del Palermo, che, pur sapendo che Schillaci non aveva mai giocato per la loro squadra, lo hanno salutato con affetto chiamandolo “uno di noi”. Sulla bara erano posizionate le maglie più importanti della sua carriera: l’azzurro della Nazionale, il giallorosso del Messina e una sciarpa rosanero, simbolo del suo amore per Palermo.

Le autorità presenti
La navata destra della chiesa era riservata alle autorità calcistiche. Tra i presenti, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, e Antonio Matarrese, che fu presidente durante Italia ’90. In prima fila anche alcuni dei compagni di Schillaci in quell’avventura mondiale: Beppe Bergomi, Gigi De Agostini e Giuseppe Giannini. Bergomi, in particolare, ha ricordato l’emozione dell’abbraccio con Schillaci subito dopo il gol contro l’Austria. Il Palermo era rappresentato dal presidente Dario Mirri, dall’amministratore delegato Gardini, dal direttore sportivo De Sanctis, e dal capitano Brunori, oltre a una delegazione del settore giovanile. Francesco Di Mariano, nipote di Schillaci, ha portato la bara in spalla insieme ai familiari più stretti.

Il lato più intimo
Tra i presenti c’era anche Maurizio Schillaci, cugino di Totò e suo compagno di squadra nel Messina, oggi purtroppo in gravi difficoltà personali e costretto a vivere come clochard. La sua presenza ha ricordato il legame di sangue e il percorso difficile di una famiglia che ha dato tanto al calcio, ma che ha anche attraversato momenti complicati.

Cremazione e lutto cittadino
Schillaci sarà cremato, ma la procedura, particolarmente complessa in Sicilia, richiederà di portare il feretro a Caltanissetta o Messina. La tumulazione avverrà successivamente al cimitero dei Rotoli a Palermo. Molti cittadini si sono detti delusi dal fatto che non sia stato dichiarato il lutto cittadino in suo onore, apparentemente per motivi burocratici, ma l’amore per Schillaci si è comunque sentito forte in questi giorni.

Omaggio allo stadio
Nel match casalingo contro il Cesena, il Palermo scenderà in campo con il lutto al braccio e sarà osservato un minuto di silenzio in tutti i campi d’Italia. Una gigantografia di Schillaci sarà esposta allo stadio “Renzo Barbera”, e nuovi murales che ritraggono Totò stanno comparendo in tutta la città, raffigurandolo con gli occhi spiritati e l’esultanza che hanno fatto sognare milioni di italiani. Schillaci rimarrà un esempio vivente di come un ragazzo partito da vicoli dimenticati possa sfidare il destino e diventare capocannoniere dei Mondiali, simbolo di riscatto e orgoglio per Palermo.