L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla Champions League in programma questa sera.
Le critiche non gli avranno fatto piacere, anche se, sia per scaramanzia che per orgoglio, non l’ha detto apertamente. Al Metropolitano può succedere di tutto e Simeone lo sa. Quando l’Atletico gioca in casa, è tutta un’altra storia. I zero tiri in porta di Manchester sono acqua passata, così come la sconfitta di Maiorca che ha interrotto la striscia di 6 vittorie consecutive in campionato. I Colchoneros provano ad alzare la testa nella notte più importante, quella che conta davvero per continuare a inseguire un trofeo che il club non ha mai avuto il piacere di alzare al cielo, pur essendoci andato molto vicino in un paio d’occasioni.
«DICEVA MIO PADRE…». Con la filosofia di sempre, quella del Cholismo. Gimenez e Herrera non hanno recuperato, Joao Felix e Griezmann sono in leggero vantaggio su Correa e Suarez per le maglie da titolari in attacco. «È chiaro che non ci allontaneremo troppo da ciò in cui crediamo – ha ammesso Simeone – speriamo di poter sfruttare i contropiede e che i nostri migliori giocatori vivano una notte fantastica». Di fronte avrà una squadra che tutto il mondo ha imparato ad apprezzare e che dovrà battere con due reti di scarto per poter passare il turno: «Il Manchester City gioca allo stesso modo, indipendentemente da chi affronta. Ha una filosofia precisa, accettata e applaudita. Ha grandi giocatori e un grande allenatore». L’argentino non ha voluto rispondere alle critiche che gli sono piovute in settimana da tutte le parti: «Alleno dal 2005 e non sono mai stato sprezzante nei confronti di un mio collega. Mio padre mi diceva sempre: “Per la bocca il pesce muore”. Le parole sono gratis e tutti possiamo dare la nostra opinione, ma io ho sempre rispettato gli altri colleghi, sempre».