“E la storia si ripete, il Real approda alla sua seconda finale in tre stagioni, sarà ancora derby madrileno con i cugini dell’Atletico. Il calcio europeo parla spagnolo e la Champions è un affaire tutto madrileno. Se l’Atletico la conquista con i denti e tanto sudore, al Real invece basta un autogol di Fernando e un Ronaldo a mezzo servizio per battere gli inglesi. Il City è senza idee e senza verve, a tal punto che è lecito domandarsi come sia arrivato in semifinale di Champions superando lo scoglio del PSG. Ritorno amaro per Pellegrini al Bernabéu, stadio da dove venne cacciato malamente nel 2010 e che ieri vede i suoi ragazzi non riuscire a tirare nemmeno una volta nello specchio difeso da Navas. Pessima serata anche per Agüero che in Champions non segna da 5 gare, e nei novanta minuti al Bernabéu il primo tiro del Kun arriva all’ottantaquattresimo. Meglio di lui Ronaldo, ampiamente giustificato da un recupero forzato che obbliga il portoghese a stringere i denti e a dosare gli sprint in campo per evitare una ricaduta. Al Real manca un rigore per tocco di mano di Mangala su cross di Jesé, ma è Bale a creare i maggiori pericoli. Il gallese colpisce anche gli incroci dei pali di testa, gli rimane così il cruccio di un gol in Champions che in questa edizione non arriva. In sei mesi le merengues sono passate da una crisi nera, alla finale di Champions, con uno Zidane in panchina spesso messo in discussione per la poca esperienza. E invece il francese in 4 mesi ha saputo risollevare il gruppo, e far sognare l’ “Undicecima” ai tifosi merengue. SORPRESA REAL. Atmosfera magica al Bernabéu dove 82mila spettatori colorano lo stadio di bianco e viola e sotto l’inno: «Insieme non ci sono cose impossibili: rendiamola Real». Contro i pronostici Zidane rinuncia al pendolino Lucas Vazquez, due gol nelle ultime 4 partite e un assist fondamentale per mantenere intatto il sogno Liga sabato a Anoeta, e inserisce Jesé. Una scelta controcorrente, vista l’assenza dell’unico mediano in squadra, Casemiro, che potrebbe complicare i recuperi delle merengues contro un centrocampo inglese molto fisico. Ma i citizens sono un fuoco fatuo e dopo i primi minuti si spengono. Gli inglesi perdono Kompany costretto a uscire dopo 10 minuti. Da quel momento il Real guadagna campo e non lo molla praticamente più. Il gol arriva da Bale il cui cross viene toccato da Fernando che lo devia nel sette. Prima dell’intervallo Modric inventa un passaggio filtrante per Marcelo, il cross del brasiliano è perfetto, ma Ronaldo non ci arriva. Riassunto perfetto della condizione del portoghese, rientrato da un infortunio muscolare a tempo di record, ma lontano dal Cristiano scattante che tutti conosciamo. A sessanta secondi dal termine del primo tempo però il Bernabéu trema, ma il tiro di Fernandinho si stampa sul palo. RIPRESA. Negli spogliatoi Pellegrini non riesce a dare la scossa ai suoi, anche nella ripresa gli inglesi entrano molli, come se Milano non fosse a una sola rete di distanza. Zidane allora butta nella mischia Lucas Vazquez per provare a dare il colpo di grazia ai citizens. Ronaldo prova in tutti i modi a segnare, prima con un fiacco sinistro, poi di testa o con il destro, ma contrariamente al solito i suoi sono tiri tutt’altro che irresistibili. L’asso di Madeira, si esibisce perfino in una schiacciata a due mani pur di segnare, uno scherzo visto che il guardalinee aveva segnalato fuorigioco. Ma è sempre Bale a sfiorare il gol del KO con un’incornata che sbatte sugli incroci dei pali. Entra anche James e si capisce perché il colombiano sia diventato un panchinaro fisso per Zinedine, la classe non si discute, ma le gambe e la testa del “cafetero” vanno troppo piano rispetto a compagni ben più stanchi di lui e a tempo scaduto si mangia letteralmente il 2-0. Kroos e Modric primeggiano, sono loro gli artefici del successo del Real che domina la palla e la nasconde a un City mai entrato in partita. Ed è finale!”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.