L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul sequestro da 59 milioni per Cellino.
Altre turbolenze per Massimo Cellino: c’è di mezzo un maxi-sequestro da 59 milioni di euro, un guaio che può riflettersi pesantemente anche sul Brescia. «Dai giocatori voglio soltanto solidarietà», è stato il primo commento del presidente. «Io sono venuto a Brescia per onorare una situazione e ora mi trovo in imbarazzo. E’ una faccenda indescrivibile, sono sotto choc». Tutto ciò, dopo che il tribunale del Riesame ha accolto la richiesta della Procura e disposto il sequestro del capitale. Si tratta, nello specifico, di 55 milioni di euro più la villa di Padenghe (la stessa località in cui si sta allenando in questi giorni Ibrahimovic) sul lago di Garda.
Una cifra sconosciuta al Fisco e calcolata sul patrimonio netto di Eleonora immobiliare, società riconducibile al Brescia e contenuta nel trust inglese contestato dalla Procura bresciana. A metà luglio Cellino era comparso davanti ai giudici. E non sarà certo un 66° compleanno da ricordare, domani, per l’imprenditore sardo. I guai giudiziari stanno avendo il sopravvento su Cellino.
Le contestazioni. I pm bresciani, in maggio, gli contestavano i reati di evasione fiscale ed esterovestizione, assieme alla localizzazione fittizia di società all’estero per eludere l’erario. I giudici, di fatto, hanno condiviso la sentenza della Cassazione («Il sistema costituisce un disegno realizzato a tavolino, è protratto nel corso degli anni, nell’ambito di una stabile determinazione criminosa finalizzata all’evasione fiscale e all’impiego dell’illecito di risparmio di spesa conseguita», si leggeva nelle motivazioni) che aveva stabilito come non dovesse essere sequestrata a Cellino solo la cifra non versata al Fisco. Ovvero una cartella da 700mila euro, che in questi mesi è stata regolarmente saldata. Ora si tratta dell’intero capitale.
Quello che, secondo l’inchiesta fiscale riguardante il presidente del Brescia, è transitato sul suo trust. Attraverso questa cifra Cellino avrebbe svolto la propria attività in Italia. Dove è tornato nel 2017, acquistando il club lombardo per la cifra di 6,5 milioni di euro. E dopo essere stato proprietario del Cagliari tra il ’92 e il 2014, rilevando in seguito (quattro anni prima era andato a vuoto l’acquisto del West Ham per 68 milioni) anche il 75% di quote del Leeds. La scorsa primavera, era stato addirittura chiesto il carcere per Cellino, oltre che i domiciliari per la moglie e altri stretti collaboratori. Oltre al blocco dei beni del presidente del Brescia per un totale di 50 milioni. Nonostante i problemi, Cellino (che si è sempre difeso, dichiarandosi innocente) ha più volte ribadito – nel corso dell’estate – di voler continuare al Brescia con ulteriore convinzione. Lo ha fatto riportando in panchina Pep Clotet, ma anche con tutte le incognite legate a una situazione ora difficile da gestire.