L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sul caso Lo Monaco a Catania. Il dirigente denuncerà l’aggressione, nonostante la dichiarazione opposta resa ieri mattina davanti alla prefettura di Catania. Le Digos di Reggio Calabria e di Catania stanno lavorando alacremente per definire l’indagine avviata mercoledì sulla base di una richiesta di intervento partita proprio mentre Lo Monaco, circondato da gentaglia, cercava di contenere chi lo insultava, chi lo minacciava e chi, approfittando di quella situazione, non si è fatto scrupolo di colpirlo, facendogli volare gli occhiali. Un gesto vile, se si considera che Lo Monaco era solo a difendersi contro un drappello di gente. «Quando mi sono trovato fra quella gente, aggredito mentre prendevo un caffè – è la sintesi delle sue dichiarazioni – ho vissuto momenti difficili. Diciamo pure che mi sono sentito violato e penso che in quella situazione ci sarebbe potuto scappare il morto. Ferite? La porto dentro al cuore, perché queste sono cose che con il calcio non hanno nulla a che vedere e che portano ancora disonore a questa città. Mi dispiace, perché il Catania per me è sempre stato come un figlio, ma questo conferma che non ci sono più le condizioni perché io possa rimanere qui. Saranno contenti coloro i quali hanno favorito in questi ultimi mesi in special modo un inspiegabile clima di odio nei miei confronti». Da qui l’esposto in Procura che il Catania intende presentare. Lo Monaco (che nel pomeriggio ha diffuso un messaggio di ringraziamento per la solidarietà ricevuta), sarà oggetto – secondo quanto disposto in sede di comitato – di una vigilanza riservata. Ciò mentre la Digos sta lavorando alacremente per identificare i responsabili dell’aggressione. Un lavoro reso meno arduo dalla presenza sul traghetto di telecamere e dalla professionalità dei poliziotti.