“Chissà, forse, estremizzando, si potrebbe dire che la squalifica di Dario Bergamelli è arrivata al momento giusto. Non che a un difensore come l’ex del Novara si possa rinunciare a cuor leggero, tanto più che ha dimostrato di essere uno dei migliori centrali dell’intera categoria. Però se è vero come sembra che Mario Petrone intende recuperare la storica identità del Catania, partendo quindi dalla difesa a quattro, ecco che ritrovarsi con gli uomini contati in quel reparto potrebbe rendere la strada in discesa, in occasione della gara col Taranto, per abbandonare la difesa a tre delle ultime settimane. Attenzione, si tratterebbe di un abbandono non definitivo, perché il nuovo allenatore ha sempre dimostrato una certa duttilità. Così come è facile immaginare che il reparto arretrato rossazzurro non resterà a lungo orfano di Bergamelli, anche se in questo caso esiste una “variabile impazzita”: il ragazzo non ha ancora trovato l’intesa col club per il rinnovo del contratto; lui sta bene a Catania, ma se la società non dovesse andare in Serie B, così come del resto proverà in tutti i modi a fare, difficilmente si troverà una mediazione fra offerta e richiesta economica. Ergo, in base a quel che accadrà col Taranto sabato pomeriggio si valuterà successivamente il da farsi. scelte. Col Taranto, però, come detto, si tornerà alla difesa a quattro. Che, virus permettendo, si basa su almeno tre certezze: Drausio e Marchese centrali, davanti a Matteo Pisseri, quindi Djordjevic esterno sinistro, così come in gran parte del campionato in corso. A destra, al momento, l’unico dubbio: Baldanzeddu, che Petrone ricorda di avere lanciato quando era ragazzino, non è ancora chiaro se stia bene e se sia in grado di giocare un match vero oppure no. Se l’ex del Venezia offrirà garanzie, toccherà a lui la quarta maglia, viceversa ballottaggio fra Tino Parisi e Andrea De Rossi, con il primo favorito. Sopra la cintola, invece, è tutto da decifrare. Si andrà per il tradizionale 4-3-3 oppure verso un 4-2-3-1 con il sacrificio di Tavares? E se invece ci si muovesse verso il 4-3-1-2, con Mazzarani (o Russotto) dietro Pozzebon e Tavares? Questa potrebbe essere, al momento, la soluzione più logica, con un centrocampo coriaceo composto da Bagianti, Scoppa (o Bucolo, anche per dare un segnale all’argentino) e Fornito, l’uomo con licenza di “buttarsi dentro”. Chiaro che se poi si dovesse decidere di rinunciare a un attaccante e, magari, a una mezzala, il gioco sarebbe fatto: Biagianti e Scoppa (o Bucolo) alle spalle di Russotto, Mazzarani e Di Grazia, con il solo Pozzebon all’attacco. Sufficientemente offensivi e cattivi. Come piace a Petrone. Come piace alla gente di Catania“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.