“Primato. Parziale, vero, ma pur sempre primato. Il Catania appena sbarcato in zona play off scopre di avere la difesa meno perforata d’Italia e, visto come era stata cominciata la stagione, non può non compiacersi di questo risultato. Non foss’altro per la circostanza che in questo momento, nella speciale graduatoria delle retroguardie più impenetrabili, i rossazzurri – che hanno capitolato in appena otto circostanze – precedono di una misura squadre come il Benevento, il Pisa, il Venezia (che potrebbe essere incrociato, chi lo sa, magari in occasione degli spareggi per la promozione in Serie B) e, dulcis in fundo, la Juventus, squadra campione d’Italia in carica, capolista di Serie A, che quest’anno è pure a caccia di un risultato di prestigio anche in campo europeo. Chiaro, occorre fare dei necessari distinguo, perché gli avversari di A e di B, nonostante le fandonie che si raccontano su gironi di terza serie che rappresenterebbero una sorta di B2, non hanno nulla a che vedere con quelli di Lega Pro. Però è pure vero che il Catania è squadra di Lega Pro che in Lega Pro gioca e, allora, riuscire ad avere reso più o meno ermetica la propria retroguardia, beh, è un merito che va ascritto ai calciatori e, soprattutto, a Pino Rigoli solide basi. L’allenatore rossazzurro sa bene, nonostante le dichiarazioni di prammatica di chi lo sostiene, che in fase propositiva il suo Catania deve ancora migliorare non tanto, ma tantissimo (e, non ci stancheremo mai di ripeterlo, le occasioni da rete frutto di gioco corale sono una cosa, quelle per così dire estemporanee sono altra), perché i campionati non si vincono senza valide trame in avanti; però ha avuto l’intelligenza – e questa gliela si riconosce – di saper assemblare un reparto difensivo granitico, rafforzato pure con l’intuizione di Di Cecco arretrato come quarto di destra, e schermato da un lottatore come Bucolo che va a ringhiare sulle caviglie dei giocatori avversari. Se a questo si aggiunge che anche gli altri due centrocampisti in copertura danno tantissimo, aiutati pure da quelli del tridente offensivo, ecco spiegato il miracolo di un Catania solido come si richiede ad una squadra costruita per fare risultati. In effetti un’aggiunta a quest’ultima analisi andrebbe fatta. Perché è vero che il Catania per caratteristiche e atteggiamento concede pochissimo agli avversari, ma è anche vero che nelle circostanze in cui concede c’è un portiere di livello decisamente superiore alla Lega Pro (a nostro parere, in verità, potrebbe tranquillamente giocare in A), ovvero Matteo Pisseri, che si erge a salvatore della patria e neutralizza quello che è neutralizzabile e anche qualcosa in più. Senza esagerare, è probabile che oggi il Catania, grazie al proprio portiere, abbia almeno una mezza dozzina di punti in più in classifica di quello che, al di là di meriti e demeriti, avrebbe potuto mettere da parte con un estremo difensore come tanti di questa categoria. Ma questa di avere scelto un signor portiere non può certo rappresentare una colpa per il Catania. Anzi!“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.