“Cassano vive e lotta insieme a lui, perché solo è rimasto. Ma c’è un terzino di Shanghai che aspetta di essere preso per i fondelli da un suo tunnel: la felicità risiede nei posti più impensabili. Questa è la storia di un vecchio ragazzo che va per i trentacinque e non molla – finito a chi? – Peter Pan troverà in Cina un’altra isola che non c’è, Wendy-Carolina è tornata a nuotare e lui tornerà a giocare ma – per carità – nessuno invochi una giuria popolare per dirci se è giusto o è sbagliato, ci basti qui sapere che il talento più sfacciato e sprecato della sua generazione ha spostato il «the end» un po’ più in là. Ma deve crederci lui, prima di noi.
IL FILM – Riavvolgiamo il film degli ultimi avvistamenti tra il calar del 2016 e l’alba del 2017. Cassano e la moglie Carolina, vacanze a Dubai, gita a Legoland, sobria passeggiata a bordo di due cammelli, foto-ricordo bardati come beduini da pubblicità, inevitabile il tramonto. Cassano braccato da Staffelli di «Striscia», tris di tapiri, battute a comando, evocato Rocco Siffredi che lo vuole come guest star in un suo film, a fine intervista la promessa: «Occhio a gennaio, ci saranno delle sorprese». Cassano che incrocia Juric in un ristorante, rumors al pesto: c’è il Genoa, macché c’erano solo melanzane sott’olio (meizann – e – sott’euio). La risata fuori campo di Cassano – bella, grassa, spontanea – in un tweet postato dalla moglie Carolina, che si presta al gioco delle torte in faccia a favore dei figli, Christopher e Lionel. Cassano che subito dopo Natale brinda tra due ex, Branca e Moratti, in un posto che il più sottovalutato dei Graziani (Ivan il cantautore, non Ciccio) ha cantato così: Lugano, addio. Ecco, ex e addio no, grazie. Cassano – sempre fuori campo – che segue il destino di una seggiovia in montagna, dalle parti di Cuneo, dove ha casa, dai, forse ci siamo, il posto davanti a lui è vuoto, si intravede la fine della corsa, il punto è capire quanto lontana sia“. Questo quanto riporta l’edizione odierna online del “Corriere dello Sport”.