Corriere dello Sport: “Caso Juve, la Procura ha fretta. Interrogatori a tappeto, l’istruttoria in tempi brevi”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma anche oggi sul caso Juve e l’inchiesta per le plusvalenze.

 Prosegue senza sosta l’indagine della Procura di Torino sul caso plusvalenze. Dopo il ds Federico Cherubini e l’ad Maurizio Arrivabene, è stato il turno della convocazione di Paolo Morganti in qualità di persona informata dei fatti: l’attuale head of football operation e in passato segretario del settore giovanile, ha risposto alle domande dei pm per circa un paio d’ore. Ma anche questa deposizione, dopo quelle ben più lunghe di Cherubini (interrogato per quasi dieci ore) e Arrivabene, non avrebbe fornito elementi particolarmente significativi agli inquirenti. Tra i prossimi a essere ascoltati dai pm potrebbe esserci l’avvocato Cesare Gabasio, sempre in qualità di testimone, da gennaio di quest’anno sovrintendente dell’ufficiale legale bianconero: dovrebbe essere stato lui infatti ad aver parlato di «quella famosa carta che non dovrebbe esistere teoricamente» nell’intercettazione riferita agli stipendi pregressi di Cristiano Ronaldo.
I PROSSIMI PASSI. Pur considerando le prime testimonianze di persone informate sui fatti non pienamente soddisfacenti, resta salda la convinzione da parte dei Procuratori Ciro Santoriello, Mario Bendoni e del Procuratore Aggiunto Marco Gianoglio che l’inchiesta avviata abbia solide basi per arrivare in fondo, anche in virtù di un fascicolo ricco di intercettazioni ritenute dai pm pressoché inequivocabili. In questi giorni saranno convocati a testimoniare anche gli indagati a cominciare dagli ex dirigenti bianconeri Marco Re e Stefano Bertola. Non è ancora stato deciso se effettivamente convocare gli altri indagati: il responsabile dell’area finanziara Stefano Cerrato, l’ex capo dell’area sportiva Fabio Paratici, il vicepresidente Pavel Nedved e il presidente bianconero Andrea Agnelli. L’obiettivo dei pm è di concludere gli interrogatori entro un paio di settimane per poi terminare la fase istruttoria in poche settimane. «Non è vero che abbiamo fatto il passo più lungo della gamba» ha commentato ieri Nedved.

SISTEMA MALATO. I vertici della Juventus sono indagati per falso in bilancio e false fatturazioni, l’inchiesta della procura di Torino («Prisma») fa riferimento a tutte le operazioni effettuate nei tre bilanci compresi dal 2018/2019 a quello del 2020/2021 che hanno portato a un volume complessivo di plusvalenze da 282 milioni, mesi di intercettazioni e di indagini avrebbero poi portato a scoperchiare anche il tema delle commissioni ad agenti e intermediari. Quello individuato è però un sistema definito malato per quel che riguarda l’intero calcio italiano, che sul piano delle plusvalenze vede la Juve coinvolta con diversi altri club. In questa fase l’operato della Procura di Torino dovrebbe restare circoscritto alla società bianconera e solo più avanti potrebbe essere eventualmente allargato ad altri club coinvolgendo altre Procure. Resta un’inchiesta ovviamente collegata a doppio filo con la giustizia sportiva, il materiale raccolto dalla Procura di Torino è ritenuto di grande interesse anche per la Procura Federale che lo attende nei prossimi giorni. E se i pm indagano su tutto ciò che riguarda il bilancio della Juve, cercando per esempio dei documenti relativi alle operazioni Romero e Demiral con l’Atalanta, ben noto è ormai il rapporto della Covisoc sulle 62 operazioni individuate come quelle su cui puntare la propria lente: ben 42 coinvolgono la Juve, ci sono poi anche altri club come Napoli, Genoa, Sampdoria, Parma, Atalanta e non solo. «È un fenomeno che può mandare in crisi i club che lo adottano perché genera ricavi fittizi senza liquidità», ha dichiarato all’Ansa una fonte della Covisoc a proposito del sistema di plusvalenze incrociate.