L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul caso Fagioli con le accuse di scommesse sulla gare di serie A.
A inizio settembre Nicolò Fagioli si è recato in gran segreto a Roma e ha raccontato al procuratore della Figc – con dovizia di particolari – il suo coinvolgimento nella maxi-inchiesta della procura di Torino sulle scommesse illegali guidata della pm Manuela Pedrotta. La squadra mobile del capoluogo piemontese aveva individuato il suo profilo tra migliaia di utenti, procedendo con le dovute segnalazioni alle autorità sportive. Il ragazzo, a quel puwwnto, si è autodenunciato presso l’ufficio guidato da Giuseppe Chiné.
E avrebbe collaborato, anche con gli inquirenti della magistratura ordinaria, spiegando il come e il perché di certe sue azioni, ritenute a più riprese «molto gravi» sotto il profilo delle ricadute sportive. Fagioli, quindi, avrebbe ammesso la propria responsabilità diretta. Parlando però del suo coinvolgimento a livello marginale e senza attività di coordinamento né “proselitismo”. «Nicolò è sereno e ha un atteggiamento responsabile e trasparente in questa vicenda dove non ha un ruolo rilevante – hanno spiegato i suoi avvocati Ferrari e Simbari – Anzi, vuole dare un contribu- to alle indagini». Il calciatore ha parlato solo di sé stesso? Negli interrogatori ha fatto il nome di altri colleghi? Domande che al momento restano aperte.
Del suo atteggiamento conciliante si terrà conto, anche e soprattutto se questo condurrà a un patteggiamento. Che però, alla luce dei fatti contestati, non potrà precludere la possibilità di una squalifica. L’articolo 24 del codice di giustizia sportiva impone il divieto di «effettuare o accettare scommesse» in ogni forma e prevede «almeno tre anni» di stop, più una multa di 25 mila euro. Se dal punto di vista sportivo non sono ammesse interpretazioni (scommetti, quindi sei punibile) sotto il profilo penale le conseguenze derivano dalle modalità di fruizione dei circuiti illegali e da un eventuale ruolo all’interno di un’ipotetica organizzazione. Secondo le prime ricostruzioni, ancora al vaglio degli inquirenti, Fagioli avrebbe puntato ingenti di somme di denaro sul calcio di alto livello. E chi sta indagando oggi ha il forte sospetto che le giocate contestate includano anche par- tite di Serie A. Alla luce di tutto questo c’è da comprendere per inquadrare meglio i confini dell’illecito – se siamo in presen- za anche di puntate sulle gare della Juventus, sulle quali Fagioli è ovviamente coinvolto in prima persona.