L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” ha riportato una lunga intervista alla famiglia Pelagotti, sia ad Alberto che alla moglie Federica, il quale inizia col raccontare il giorno in cui dovettero fare una scelta: «Ero seduta accanto a mio marito, ci interrogavamo sul futuro, quando telefona il Palermo. Alberto si gira: “Come faccio a non andare?”. Ed io: “Devi, ti preparo subito la valigia”. Avvertivo sensazioni positive, come lui del resto. Il suo modo di fare, anche se a volte sbaglia. Ma non aveva dubbi: sarà un’impresa, debbo tornare nei piani alti e riportare il Palermo in A». Così infatti inizia l’intervista del quotidiano, il quale poi continua parlando del periodo delicato in cui ci troviamo. Ecco qualche estratto: “La storia di casa Pelagotti comincia cosi. E oggi, se la promozione sembra una formalità, la vita privata. appiattita e drammatica a causa del Covid-19, continua ad avere non pochi sussulti. I Pelagotti hanno però, una soluzione a tutti i loro problemi. Di natura scanzonati e positivi, assorbono dalle contrarietà i lati migliori. «Mi trovo a cento metri dal mare, ma non possiamo uscire. I bambini ne soffrono, la più grande, Nicole, vuole i nonni. In casa, ci diamo una mano. Alberto gioca con Nicole, va a fare la spesa anche perché sente la necessità di fare quattro passi. lo mi dedico a Liam che ha appena sei mesi, cucino ma, se non mi va, e Alberto che entra in campo e para i miei problemi. In piu, mi aiuta a riordinare i cassetti, fa il letto, passa l’aspirapolvere, un tuttofare straordinario. Ci scherzo su “Cosi, ti tieni in forma”». Qualche parola anche in merito alla città: «Palermo? Una sorpresa. Citta stupenda: mare, arte, abitanti. Arrivi e rimanii esterrefatta, ad esempio, per come hanno gestito la pandemia e ci hanno aiutati». Non bastasse la quarantena, Federica e Alberto debbono risolvere il problema dell’imminente sfratto. Abbiamo paura per i nostri figli. Dovrei rientrare a Castelfiorentino dai nonni, il nostro affitto a Mondello scade il 30 maggio. E come con i piccoli? Abbiamo anche un cane, Apple, un terzo figlio, e tremiamo al solo pensiero che in treno ci siano troppe persone e che Alberto non possa accompagnarci. Meglio che stia qui. Si trasferirà in albergo o da qualche compagno. Ma noi?». […]”