Corriere dello Sport: “Caos Reggina: «Se torna indietro fallisce, se va avanti rischia di violare delle norme dell’ordinamento sportivo»”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” riporta un lungo articolo in cui si sofferma sul caso Reggina e i rischi che corre il club.

Il veleno nella coda. Il “caso” Reggina rischia di spargerne in abbondanza su uno dei campionati più belli e avvincenti degli ultimi anni. Il mancato rispetto dei termini perentori delle scadenze imposte dall’ordinamento sportivo sta diventando una bomba a orologeria che la società calabrese vuole a tutti i costi disinnescare, soprattutto dopo aver constatato gli interessi copiosi di terze interessate da tenere insieme all’esigenza fondamentale della regolarità del campionato. Anche perché dopo non aver rispettato il termine del 16 febbraio, ce n’è un altro di step domani che, qualora venisse violato, aprirebbe un contenzioso infinito, con penalizzazione certa e pesantissima. La Reggina si appella a un “legittimo impedimento” che non ha reso possibile, dopo aver regolarmente pagato gli stipendi, di versare anche gli oneri previdenziali e contributivi relativi a novembre e dicembre e poi di gennaio e febbraio. E’ stata la Sezione Fallimentare del Tribunale di Reggio Calabria, nella veste del Commissario nominato, a bocciare ben due istanze avanzate dalla società che ha chiesto l’autorizzazione a procedere con i pagamenti che, invece, secondo i giudici, «non rientrano tra quelli essenziali per la prosecuzione dell’attività d’impresa, né tra quelli funzionali ad assicurare la migliore soddisfazione dei creditori». Tra l’altro, si legge nella risposta del Tribunale, il considerevole importo pari a 2.896.708,94 euro di cui si chiede autorizzarsi il pagamento «rischia di intaccare la garanzia patrimoniale generica offerta dalla società ex art.2740 del codice civile». Insomma, un vero e proprio rompicapo che solo la Covisoc potrà chiarire per evitare un contenzioso ormai dietro l’angolo.

 

UN PASSO INDIETRO – Per spiegare l’intrigata vicenda è necessario fare un passo indietro e attenzionare cosa c’è all’origine di questo corto circuito che ha già ha fatto finire il sodalizio amaranto sotto la lente d’ingrandimento della Covisoc per una procedura d’infrazione. La C ommissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche della Figc, la scorsa estate, aveva ratificato l’iscrizione al campionato della Reggina dopo che la società, rilevata da Felice Saladini e Angelo Ferraro dal fallimento della vecchia proprietà facente capo a Luca Gallo, venne affidata all’ex arbitro internazionale Marcello Cardona. Come dire, la garanzia di massima trasparenza e legalità possibile, visto che il Prefetto reggino è stato, tra l’altro, Commissario per il coordinamento delle iniziative delle solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e dei reati intenzionali violenti. I nuovi azionisti di maggioranza furono, dunque, ritenuti idonei a ereditare il club avendo i requisiti finanziari e giudiziari richiesti dalla Sezione Fallimentare. In un primo momento, la nuova dirigenza ha provato a onorare i debiti delle precedenti gestioni con accordi extragiudiziali, ma lo scorso dicembre i professionisti che assistono il club hanno ritenuto indispensabile la ristrutturazione del debito pregresso per l’impossibilità di circoscriverlo diversamente. L’aver aderito al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, uno strumento messo a punto dal legislatore per consentire alle aziende di anticipare lo stato di crisi, evitandone un progressivo aggravamento, ha cambiato immediatamente lo scenario. «Ogni minima spesa non funzionale alla continuità aziendale deve essere autorizzata dal Tribunale Fallimentare di Reggio Calabria», spiega in collegamento da Milano Filippo Brunori, commercialista e responsabile finanza e controllo della Reggina nonché membro del Cda.

DUE ISTANZE – La Reggina, come detto, ha già presentato , due istanze per procedere al pagamento degli oneri contributivi e fiscali. «L’obiettivo è stato ed è quello di non violare i termini perentori previsti dalle Noif, dopo aver rispettato tutte le procedure propedeutiche all’iscrizione al campionato – chiarisce il presidente Cardona – L’operato della proprietà è stato sempre funzionale alla trasparenza, alla legalità e alla sostenibilità finanziaria del club. Abbiamo avuto l’ispezione della Covisoc a metà febbraio fornendo tutti i documenti richiesti e non ci è stato contestato nulla finora. C’è un accertamento in corso e aspettiamo di conoscere il percorso che ci sarà richiesto di effettuare. La nostra volontà e il nostro interesse è unicamente quello di rispettare le regole dell’ordinamento generale e di quello sportivo». Ma c’è chi contesta anche spese non “sostenibili” nell’allestimento di una squadra non a caso grande protagonista di questa stagione, utilizzando risorse poi finite nel debito ristrutturato. Cosa ribatte la Reggina? «Non è affatto vero che abbiamo fatto progetti faraonici, ingaggiando calciatori che non potevamo permetterci – rimarca con vigore Angelo Ferraro, socio e cugino di Felice Saladini -. Molti giocatori li abbiamo ereditati dalle scorse stagioni, poi abbiamo puntato su giovani di qualità, peraltro in prestito. È stato bravo il nostro direttore sportivo Massimo Taibi (a cui è stato prolungato di recente il contratto, ndr) a scegliere talenti come Fabbian, Pierozzi, Contini. Tutti in prestito. Hernani? Altro elemento non di proprietà. L’unico sforzo era stato fatto per Santander, ma non si è integrato e a gennaio è andato via (a titolo temporaneo, ai paraguaiani del Club Guaranì, ndr) insieme ad altri quattro o cinque giocatori».

MERCATO STOP – «Anche sul mercato di riparazione non è stato possibile rafforzare la squadra per rispettare i parametri imposti dalle normative – aggiunge Cardona -. Il Tribunale ha detto no al tesseramento di Forte, un nostro obiettivo dichiarato». Ma come si spiega l’ingaggio dell’allenatore più pagato della B, Pippo Inzaghi? «Abbiamo scelto un tecnico proveniente dalla cadetteria, capace come dimostrano i risultati. C’è chi ne ha cambiati cinque di allenatori in questa stagione. Il progetto della Reggina è a medio e lungo termine. Vogliamo far riappassionare la gente ai nostri colori col bel gioco. Poi Pippo ha bruciato i tempi e i risultati hanno sorpreso anche noi – aggiunge il presidente amaranto -. Oggi la Reggina è in mezzo al guado: se torna indietro fallisce, se va avanti rischia di violare delle norme dell’ordinamento sportivo. Ma è il Tribunale che detta i tempi e in ogni caso abbiamo chiesto di poter pagare. Possiamo farlo. La proprietà ha aziende quotate in borsa i cui bilanci sono certificati, come quello della Reggina, da Deloitte».

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Redazione Ilovepalermocalcio