Alla fine Tedino è stato mandato via. Il posto dell’ex Pordenone è stato preso da Roberto Stellone che già domani siederà in panchina e guiderà la squadra contro il suo ex Bari. In casa Palermo però regna sovrano il caos, con Zamparini che solo martedì aveva chiamato Bacconi per fare da tutor a Tedino e adesso è stato mandato via, così come sono stati mandati via Lupo, il preparatore atletico e il match analyst. Adesso arriva Stellone che ha poche giornate per poter riportare il Palermo in A. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna de il “Corriere dello Sport”:
“La folle giostra del calcio porta Roberto Stellone sulla panchina del Palermo a sole 4 giornate dalla fine, ma con prospettive di promozione diretta ancora intatte dopo i risultati di ieri: debutto previsto appena domani sera e proprio contro il Bari che l’anno scorso lo esonerò al 3° mese di campionato, e volata verso la A con avversario il Frosinone, ovvero la squadra che lo ha lanciato come rivelazione in panchina. Il 41enne tecnico romano, giunto ieri sera in città, è stato annunciato ufficialmente dal club, ma firmerà il contratto solo stamane quando dirigerà il primo allenamento: accordo biennale con rinnovi e incentivi diversi in caso di raggiungimento dell’obiettivo. Così Stellone, a lungo oggetto del desiderio di Zamparini da calciatore (fu a un passo dal Palermo a gennaio 2003, prima stagione del patron in Sicilia), allungherà la sfilza dei tecnici rosanero.
IL RECORD DI BACCONI. Stellone dovrà rivitalizzare una squadra apparsa desolante a Venezia. Ma il lungo addio di Tedino conferma come il Palermo sia incapace di una qualsiasi continuità. L’esonero del tecnico ex Pordenone è diventato inevitabile per risultati non all’altezza (nel ritorno solo 24 punti e 5 sconfitte) e per una progressiva delegittimazione che ha condotto anche Tedino a non raccapezzarsi più. La frase perfetta l’ha detta proprio lui venerdì sera dopo la desolante prova di Venezia: «Non trovo più soluzioni» e in effetti la squadra, portata al vertice con un ottimo girone di andata, aveva perso smalto e coesione, facendo riaffiorare i fantasmi del passato e della umiliante retrocessione. Ma è stato Zamparini, con la scusa di fornire un supporto a un allenatore debuttante in B, a demolire piano piano le certezze del tecnico. L’ingiustificato licenziamento del ds Lupo, ha spezzato l’alone di normalità che si cercava di ricostruire. Poi gli errori di gennaio (Cionek ceduto senza adeguato sostituto, mancato acquisto di Di Carmine) e il caos collaboratori: via il preparatore atletico, dentro il mental coach e il nuovo diesse Valoti (messo in discussione ma resta in sella), tutti piccoli scossoni per lo spogliatoio. Fino al caso Bacconi che rasenta il ridicolo: il collaboratore assunto martedì scorso, oggi va via con lo staff di Tedino. Bruno ieri a Boccadifalco ha salutato la squadra (seduta guidata dall’allenatore della Primavera, Scurto), rilasciando alla fine poche parole: «Grazie a Zamparini per l’opportunità datami, sono amareggiato ma convinto che il Palermo possa ancora arrivare in serie A».
IL NO DI DE BIASI. Cambio obbligato, ma difficile individuare una soluzione convincente a fi ne aprile: il patron puntava sul carisma di Gianni De Biasi, scettico invece su un Palermo futuribile, e a quel punto Stellone, che la B l’ha vinta con il Frosinone, è apparso l’unica strada. Non è inusuale cambiare a sole 48 ore da una partita, a Zamparini successe già con Papadopulo quando rilevò Del Neri nel 2006 (e il Palermo diede 3-0 in Coppa Italia al Milan), e neppure a questo punto di stagione con la promozione nel mirino: lo fece nel 2015 il Bologna che sostituì alla 40ª giornata Diego Lopez con Delio Rossi (guarda caso due ex di Zamparini). E, sia pure a fatica e passando per i play off , approdò in A”.