“Un acuto e un sospiro di sollievo. Il Catania più brutto della nuova gestione Moriero si aggiudica il derby col Messina e fa un passo fondamentale nella corsa verso la salvezza. Si tratta di un primo passo, è chiaro, perché altri ne andranno fatti, ma se non si voleva restare vittime dei fantasmi, per dirla alla Moriero, e se si voleva continuare a coltivare il sogno permanenza in Lega Pro, beh, questo di riffa o di raffa era l’unico risultato utile per la formazione in maglia rossazzurra. Che di riffa o di raffa, in effetti, ha vinto. Moriero ha insistito sul 4-3-3. Calil è stato sistemato al centro dell’attacco, con Falcone e Russotto esterni che si sono scambiati di posizione; conferme in mezzo a centrocampo per Castiglia, mentre Agazzi è stato costretto all’ennesima staffetta con Musacci, di nuovo titolare con qualche piccolo merito. In difesa, dopo i disastri di Agrigento, Pelagatti è andato fuori e ha lasciato spazio a Bastrini. Sull’altra sponda, Di Napoli non ha cambiato granché. Barilaro è stato l’esterno basso di sinistra, mentre Scardina pare sia stato costretto ai box all’ultimo momento ed è stato avvicendato con un Biondo tutt’altro che esaltante. In panchina Padulano, che non ha ancora i 90′ nella gambe, ha solo dovuto attendere il proprio momento per gettarsi nella mischia in avvio di ripresa. Sciopero del tifo dei sostenitori delle due curve, a dispetto dei prezzi super popolari, come forma di protesta per i continui divieti imposti a questa tifoseria. Non ultimo quello per il fresco derby di Agrigento, che ha fatto il pari con quello – non gradito allo stesso modo – imposto per questa occasione alla gente di Messina: “Volete stadi come teatri, avrete stadi come questo”. Vuoto e silenzioso! Nel primo tempo il Messina ha dimostrato di avere più gamba. Al 15′ ha avuto una palla buona con Fornito, che da posizione appena decentrata ha spedito alle stelle. La risposta rossazzurra è stata affidata a un tiro di Musacci, finito d’un soffio a lato. Poi più nulla fino al calcio di rigore generosamente accordato per una caduta in area di Calil, finito in mezzo a De Vito e Martinelli. Lo stesso brasiliano trasforma in maniera impeccabile. La squadra ospite è colpita duro e sparisce dal campo, ma in avvio di ripresa si presenta per tre volte al tiro dalla distanza: la mira è spesso difettosa. Cosicché è il Catania ad avere la palla buona per chiudere la partita: Castiglia, con lo specchio della porta spalancato, manda fuori da posizione favorevolissima un invito di Falcone. Gol sbagliato, gol subìto. La legge del calcio non sbaglia mai. E infatti il Messina, nell’unica azione ragionata da cima a fondo va a cogliere un pareggio meritato: circolazione di palla per linee orizzontali, Giorgione sfonda dalla parte in cui avrebbero dovuto trovarsi uno fra Di Cecco e l’esterno alto e il cross per la testa di Gustavo è millimetrico. Il brasiliano giallorosso, non proprio un gigante, fa l’uno a uno. Stavolta è il Catania ad accusare il colpo, ma il Messina non ne approfitta. Moriero torna al 4-2- 3-1 che forse esprime meglio le qualità di questa squadra, mettendo un Calderini finalmente affamato. Il Catania trova lo spiraglio giusto con Russotto e lo fa, praticamente, in controfuga: Ionut e Martinelli non sono impeccabili, Berardi non può nulla sul diagonale preciso dell’attaccante. La gioia dei rossazzurri è travolgente”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.