L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul calcio italiano tra conti e iscrizioni con il governo che interviene.
La situazione attuale del calcio italiano sembra avviarsi verso un cambiamento significativo con l’introduzione di un nuovo organismo di vigilanza economica e finanziaria sulle società professionistiche, proposta dal governo. Questa mossa rappresenta un tentativo di portare maggiore legalità e trasparenza nel sistema calcistico, che si trova gravato da un debito complessivo che supera i 3 miliardi di euro.
Il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, ha sottolineato l’importanza di un organismo terzo che si occupi di questi aspetti, distinguendosi così dal consiglio federale senza sostituirsi ad esso. La creazione di questa agenzia si colloca in un contesto più ampio di riforme e interventi che hanno attraversato diversi governi, mirando a una maggiore regolamentazione e controllo sui finanziamenti e le pratiche gestionali delle federazioni sportive italiane.
L’agenzia avrà il compito di rilasciare le licenze nazionali, eseguire verifiche, ispezionare le sedi delle società, e proporre indagini alla procura federale. Questo organismo sarà composto da un presidente e due componenti, nominati dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, o dal ministro Abodi, garantendo che i nominati siano professionisti di comprovata indipendenza e moralità. Nonostante l’intenzione di non gravare sulle finanze pubbliche, le spese operative dell’agenzia, pari a 2,5 milioni di euro all’anno, saranno finanziate dagli stessi club, il che solleva preoccupazioni riguardo un possibile conflitto di interessi.
Il provvedimento ha suscitato dibattito, con preoccupazioni riguardo l’effettiva autonomia di CONI e federazioni, e il rischio che l’agenzia possa trasformarsi in uno strumento politico. Inoltre, essendo un decreto, questo eviterebbe il normale processo legislativo attraverso il Parlamento, sollevando ulteriori questioni sulla sua legittimità e sui possibili impatti sulle relazioni con entità come UEFA e FIFA.
Nel frattempo, la FIGC, guidata dal presidente Gabriele Gravina, sta pianificando di approfondire le implicazioni legali di questa proposta in una riunione imminente, evidenziando la tensione e le complessità nella gestione delle relazioni tra il governo e le istituzioni sportive. La discussione si intensifica anche in seguito a specifiche richieste di chiarimenti da parte dei senatori durante le audizioni in Commissione Cultura, mostrando un quadro di crescente scrutinio e di potenziali conflitti di interesse all’interno del sistema calcistico italiano.