Corriere dello Sport: “Calcio e tempo effettivo ora la Figc vuole i test”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul tempo effettivo nel calcio e le intenzioni della Figc.

Il tema del tempo effettivo di gioco nel calcio sta guadagnando sempre più attenzione. Mentre una partita di calcio è nominalmente di 90 minuti più il recupero, i dati mostrano che il tempo effettivo in cui la palla è in gioco è molto inferiore. Secondo i dati di Opta, nelle prime due giornate della Serie A 2023-2024, il tempo totale medio di una partita è stato di 99 minuti e 30 secondi, con un tempo effettivo di gioco di soli 53 minuti e 40 secondi, in calo rispetto alla media della stagione precedente di 55 minuti e 10 secondi su un totale di 98 minuti e 10 secondi. La situazione è simile in altri campionati europei.

Proposta della FIGC sul Tempo Effettivo
La FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) ha proposto all’IFAB (International Football Association Board), l’organismo che stabilisce le regole del calcio a livello internazionale, di sperimentare l’uso del tempo effettivo di gioco. L’idea è semplice: il cronometro scorre solo quando la palla è in gioco e si ferma quando il gioco è interrotto. Questo approccio è già utilizzato in altri sport come il basket e, in parte, nel rugby. Se approvata, questa sarebbe una vera rivoluzione per il calcio, comparabile all’introduzione del VAR (Video Assistant Referee).

I test, qualora venissero autorizzati, inizierebbero dai campionati giovanili per poi essere eventualmente estesi ai livelli superiori. L’obiettivo è eliminare o ridurre la perdita di tempo dovuta a varie interruzioni, come sostituzioni, falli, infortuni, rimesse laterali e dal fondo, verifiche del VAR, discussioni tra arbitri e giocatori, e festeggiamenti dopo i gol. Si stima, ad esempio, che dopo un gol si perda mediamente un minuto e mezzo prima che il gioco riprenda, il che significa che in una partita con tre gol si possono perdere quasi cinque minuti.

Problema del Recupero e Mancanza di Uniformità
Il tempo di recupero aggiunto alla fine di ogni tempo, che è aumentato con l’introduzione del VAR, è a discrezione dell’arbitro e non garantisce una durata uniforme delle partite. Attualmente, ci sono partite con un tempo effettivo di gioco di 57 minuti e altre di soli 48 minuti, il che porta a una mancanza di uniformità ed equità. Questo tema è discusso da anni, ma finora non sono state apportate modifiche significative.

Reazioni e Commenti
Negli ultimi anni, diversi allenatori e figure del calcio hanno sollevato il problema della gestione del tempo di gioco. Gian Piero Gasperini, ad esempio, aveva criticato il fatto che nella seconda metà delle partite spesso non si gioca neanche la metà dei 45 minuti previsti. Thiago Motta aveva espresso frustrazione per l’eccessivo numero di giocatori che, a suo dire, simulano infortuni o rallentano deliberatamente il gioco.

Prospettive Future e Innovazioni
L’Italia si posiziona in prima linea per promuovere un cambiamento che modernizzi il calcio e lo renda più equo e trasparente. Oltre al tempo effettivo, si sta discutendo anche la possibilità di permettere agli allenatori o ai capitani di richiedere una “on-field review” durante i “silent check” per garantire maggiore trasparenza nelle decisioni arbitrali. Inoltre, si parla dell’introduzione di un sistema di comunicazione elettronica tra capitano e allenatore. Sebbene ottenere il via libera per queste innovazioni non sia semplice, la FIGC ha fatto il primo passo per aprire una breccia in questo muro conservatore.

Queste iniziative riflettono un tentativo di rendere il calcio più adatto alle esigenze moderne, rispondendo alle critiche di chi ritiene che il gioco sia troppo spesso interrotto e che la gestione del tempo sia inadeguata.