Corriere dello Sport: “Cagliari, Nandez carica: «Vogliamo la serie A»”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Cagliari e riporta le parole di Nandez.
«Ormai mi sento sardo». Nahitan Nandez non ha dubbi. Il presente (e magari il futuro) dice Cagliari e Sardegna e le confermano le 120 presenze in rossoblù, la squadra con la quale ha giocato per più tempo in carriera.
Se lo sarebbe aspettato in quell’agosto del 2019? «Sono stato accolto con grandissimo entusiasmo. Avevo preso un pò di informazioni con i miei compagni uruguaiani ma quello che ho vissuto è stato più bello di quanto raccontato».
Cagliari per tutta la vita? «Chi può dirlo? Certo se pensassi di dover andare via, sarebbe dura. Ora posso dire di avere più amici qui che in Uruguay. In Sardegna ho trovato anche l’amore: Sara, la mia fidanzata. Una sarda che mi ha cambiato la vita, sono molto felice e questo è molto importante».
Ha avuto diversi ammiratori ma niente si è mai concretizzato. Perché? «Una delle prime domande quando sono arrivato è stata sul mio futuro. Quasi come se in tanti avessero la sensazione che sarei stato di passaggio. Ma col cuore e l’anima mi sento mezzo sardo».
Che effetto le ha fatto essere il giocatore più pagato nella storia del Cagliari? «Da una parte una grande soddisfazione ma allo stesso tempo una responsabilità. Io ho sempre pensato a dare tutto in campo al di là dei soldi perché quando entro in campo, dimentico il resto».
Non resta che riportare il Cagliari in A per poi programmare un altro futuro… «Non mi aspettavo un torneo così duro e all’inizio abbiamo fatto fatica, soprattutto a calarci nella nuova realtà. Ma mi sembra che la squadra abbia trovato la strada giusta».
Merito di Ranieri? «Grande allenatore, persona tranquilla, dà grande serenità. Dobbiamo solo pensare a dare il massimo. Mi piace l’importanza che lui dà al gruppo. È arrivato ed eravamo spaesati ma ci ha messo poco per farci capire che abbiamo i numeri per rappresentare l’Isola».
Risolti i problemi al ginocchio, Nandez viaggia a mille. «Ho vissuto un periodo complicato. Si soffre a star fuori. Devo ringraziare lo staff, i medici, i fisioterapisti, i preparatori atletici. Tutti mi hanno permesso di recuperare a tempo di record e ora sto bene, ma lavoro ancora per arrivare al top».
La A le servirà anche a ritrovare la nazionale? «Per noi uruguaiani, la maglia della Celeste è importantissima e io ho avuto modo di vivere 5/6 anni fantastici. Posso solo lavorare e giocare al massimo per ritrovarla. Mi piacerebbe segnare di più. Mi auguro che arrivino i gol di Nandez e spero di conservarne qualcuno per i playoff».