L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla bufera Portanova sul quale indaga anche la Procura.
Il tribunale dei social l’ha messo fuori squadra nonostante la convocazione, ora un tribunale sportivo potrebbe giudicarlo. Sono giorni devastanti per Manolo Portanova, il centrocampista del Genoa condannato martedì scorso in primo grado (con il rito abbreviato) a sei anni di carcere per violenza sessuale di gruppo in riferimento ai fatti avvenuti nella notte tra il 30 e il 31 maggio dello scorso anno. Il figlio d’arte dell’ex difensore Daniele Portanova era stato inserito nella lista degli uomini a disposizione di Gilardino per la gara di Serie B del Grifone contro il Sudtirol, ma le polemiche per la scelta hanno convinto il club rossoblù a fare un passo indietro. Così Manolo si è accomodato sui seggiolini del Ferraris, dove potrebbe restare a lungo.
Ieri, infatti, la Procura della Federcalcio guidata da Giuseppe Chinè ha aperto un procedimento, chiedendo gli atti alla Procura di Siena (magistratura ordinaria) così da valutare i margini di un’eventuale sanzione sportiva. Dal punto di vista della legge, una condanna in primo grado non equivale automaticamente a un’impossibilità a svolgere il proprio lavoro, in questo caso il calciatore. A meno che non vi sia un provvedimento restrittivo da parte del giudice, che in questo caso non c’è. Va altresì ricordato che Portanova non è colpevole per lo Stato finché la sentenza non passerà in giudicato, eppure c’è un tema etico-morale che va considerato. E la P rocura Federale ha deciso di approfondirlo, prendendosi tutto il tempo necessario.
Diversi precedenti arrivano dall’Inghilterra, come quello dell’attaccante del Manchester United, Mason Greenwood, sospeso a gennaio 2022 dalla sua società dopo essere stato accusato di violenza domestica dalla fidanzata. La procura della Federcalcio chiederà probabilmente al tribunale federale (primo grado sportivo) la sospensione di Portanova, con riferimento all’articolo 4.1 del codice di giustizia sportiva, che prevede per i tesserati l’osservanza delle norme e dei «principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva». Anche fuori dal campo, i calciatori – a maggior ragione se hanno indossato i colori azzurri nelle nazionali giovanili o senior, come Portanova – rappresentano infatti il sistema-calcio tramite i loro comportamenti. Da via Allegri si aspettavano forse una sospensione in primis da parte del Genoa, rimasto invece a guardare mentre il caso montava, fino all’esclusione di giovedì dettata per lo più dalla rivolta social. È una questione anche di immagine, dopotutto: il calcio italiano, travolto da tante situazioni nell’ultimo mese e mezzo (dalla Curva dell’Inter all’arresto del procuratore arbitrale D’Onofrio, arrivando al caso Juve), non può permettersi un altro scandalo. Anche perché il reato contestato a Portanova, cioè lo stupro nei confronti di una ragazza non consenziente, è particolarmente grave.