L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su Matteo Brunori, diventato il simbolo del nuovo corso.
Capitano, goleador, bandiera, trascinatore, venerdì sera persino difensore aggiunto in occasione del salvataggio su colpo di testa di Yalcin. La favola rosanero di Matteo Brunori prosegue aggiungendo capitoli sorprendenti alla storia già scritta. Il suo 2022 sta stracciando ogni record: 28 gol nell’anno solare, Coppa Italia compresa, uno più di una leggenda come Luca Toni che nel 2004 era arrivato a 27, prima trascinando i rosa in A poi affermandosi anche in categoria superiore. E dire che esattamente un anno fa, Matteo al Barbera era visto ancora con perplessità.
«Bravo, sì, si muove bene, ma la porta la vede poco» furono le prime impressioni in particolare dopo un rigore sbagliato col Catanzaro. Poi l’escalation. Ad esclusione di gennaio, in cui però si giocarono solo due giornate, Brunori ha lasciato la propria firma in ogni mese, incurante persino del cambio di stagione sportiva. E non è mai stato più di due partite al massimo senza segnare. 8 gol a febbraio, 6 a marzo, 4 in aprile, 3 a maggio, 1 a giugno, il rigore al Padova che è valso la B. La Coppa Italia è ripartita già a luglio, il 31, e lui ha timbrato una tripletta. Ad agosto, le reti a Perugia ed Ascoli, adesso il sinistro vincente al Genoa.
Nessun bomber del Palermo aveva mai avuto una simile continuità realizzativa. Con particolare riferimento alle partite in casa. 17 dei gol del 2022 sono arrivati al Barbera, media superiore al 60%. Brunori da quando è stato acquistato è stato sempre presente (quella col Genoa è stata la sua 55ª presenza consecutiva in maglia rosa). Dopo aver stabilito l’anno scorso il record rosanero di match di fila sempre a segno (8), adesso è in corsa per quello relativo alle partite interne: al momento è a quota 6, dalla semifinale playoff con la Feralpi non si è più fermato. Anche in questo caso ha superato Toni che non era andato oltre le 5 ed ha agganciato Vito Chimenti, autore di 6 reti consecutive alla Favorita nel 1977/78. E con 35 gol totali all’attivo, bussa alla classifica della top ten assoluta dei cannonieri rosanero: al momento è 13°.
La nascita di un leader. Per quanto sensazionali, i numeri descrivono soltanto una parte del ruolo che Matteo ha assunto nel Palermo. Il vero punto di svolta è da ricercare nella sua ferma determinazione a voler restare in rosanero nonostante sul mercato fosse pieno di pretendenti anche di serie A. Brunori ha cambiato il destino, credendo fortemente in un futuro importante a Palermo: ha chiesto alla Juve, proprietaria del cartellino, di restare e non ha tentennato neppure dopo il cambio tecnico che poteva insinuare dei dubbi, visto il fortissimo rapporto instaurato con Baldini e che l’operazione di conferma era stata condotta da Castagnini, sia pure grazie alla forza economica del City Group. Invece Matteo si è assunto ancora più responsabilità diventando capitano. Ed adesso, con 4 anni di contratto, Brunori si ritaglia un posto non da semplice bomber: è l’emblema del nuovo corso.