L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’Avellino.
L’Avellino ha fatto 13 ma ancora ha vinto niente. Sette vittorie (di cui quattro esterne) e sei pareggi nelle ultime 13 partite, ovvero dal 3 ottobre scorso, quando fu battuto per 2-1 sul campo del Monterosi, unica sconfitta rimediata nelle 20 gare finora disputate. Il ruolino di marcia è indubbiamente positivo ma, sul rendimento complessivo dell’Avellino, pesano gli 11 pareggi contati in 20 partite. Non è questa la marcia che si addice a una società che ha investito ingenti capitali per vincere il campionato, con una squadra che vale 5,5 milioni di euro. Paradossalmente sarebbe stato meglio, ad esempio, rimediare 7 sconfitte e vincere contro 4 squadre (12 punti) ritrovandosi con un punto in più. In realtà, in quelle 11 gare pareggiate, l’Avellino non è stato superiore agli avversari.
Il Bari resta sempre avanti di 9 punti, rispetto agli irpini, che avrebbero dovuto ritrovarsi al primo posto in classifica proprio in questi giorni, secondo quanto preventivato dal presidente Angelo Antonio D’Agostino che, dopo il pareggio ottenuto lo scorso 9 novembre sul campo del Palermo, annunciò il suo obiettivo: «Ho fatto delle scommesse, a dicembre saremo primi», furono le sue parole. Una divergenza di opinioni emerge tra presidente e allenatore con quest’ultimo che ha voluto precisare: «Mai parlato di primo posto. Questa squadra può classificarsi dal terzo posto in su. Mai detto che dobbiamo vincere direttamente il campionato, chi ne parla deve assumersi certe responsabilità. Se il presidente la pensa diversamente, non posso farci nulla».