L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla panchina del Chelsea.
Sarà Graham Potter a guidare il Chelsea nel dopo-Tuchel. Il tecnico 47enne è stato ufficializzato ieri pomeriggio in un comunicato del club. Per Potter, un contratto quinquennale, per il Brighton, club che ha allenato fino a mercpòedì, un indennizzo di 18 milioni di euro circa. Il Chelsea quindi punta su un nome emergente, a scapito dell’altro candidato Pochettino, ex di Tottenham e Psg e tecnico assai più navigato. Di sicuro Potter è un personaggio particolare, con esperienze fuori dal comune. Calciatore modesto (oltre 300 le presenze collezionate in carriera nelle serie minori), ha lasciato il calcio a soli trent’anni, anche perché negli ultimi anni di carriera ha conciliato il pallone con lo studio, laureandosi in scienze sociali nel 2005.
Poi, dopo un’esperienza come direttore tecnico della nazionael femmiile del Ghana al mondiale del 2007 e alcuni anni nel calcio universitario – mentre completava un master – è andato ad allenare nella quarta divisione svedese, all’Ostersund. In quel momento, infatti, non trovava posto nel calcio inglese.
CAMMINO. Con l’Ostersund arrivano tre promozioni in quattro stagioni e l’approdo in Europa League l’anno seguente. Ma, soprattutto, tanti elogi per il fare pacato, per lo stile di gioco e per alcune idee innovative, come far fare esercizi di danza moderna ai giocatori. Da lì il passaggio allo Swansea, tra i cadetti, e, dopo una stagione culminata con il decimo posto e il raggiumgimento dei quarti di finale di Fa Cup, ecco la chiamata del Brighton. Con i “seagulls” Potter ottiene due salvezze tranquille, seguite dall’ottimo nono posto ottenuto nella scorsa stagione. Ma, soprattutto, ancora molteplici elogi per il gioco espansivo e per la creatività, lavorando quasi sempre con budget limitati.
ATTESA. Senza dubbio si tratta di una scelta coraggiosa da parte del Chelsea e non mancano le perplessità da parte degli ambienti vicini alle sorte dei Blues. A parte la stagione in Europa League dell’Ostersund, infatti, Potter non ha mai lavorato con un calendario serrato come quello che vede protagonista il Chelsea in questa stagione, con partite decisive da giocre ogni tre giorni. Avrà il tempo necessario per introdurre la sua filosofia di gioco? Saprà convivere con le naturali tensioni da grande club? Riuscirà a fare lo scatto professionale e a incidere? Queste le domande che si pongono tanti tifosi in queste ore. Potter, oltretutto, non ha mai lavorato con campioni del calibro di quelli del Chelsea, un altro interrogativo al momento senz risposte.
A Brighton il tecnico poteva appoggiarsi a un direttore sportivo e una struttura di osservatori di prim’ordine, ruoli tutt’ora scoperti in casa-Chelsea. La proprietà del club ha fatto sapere che presto che arriveranno un direttore sportivo e un capo-osservatori, ma non si sa ancora quando. E la stagione va avanti a riti serrati. Quella di Potter è una scommessa coraggiosa, ma la nuova proprietà evidentemente vuole imporsi ulteriormente dopo avere azzerato i vertici del club in estate con gli addii di Bruce Buck, Marina Granovskaia, Petr Cech e Scott McLachlan.