Corriere dello Sport: “Blocco per i giocatori contagiati, serve una nuova idoneità sportiva? Sono tanti i campioni chiusi in casa in giro per il mondo”
L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sulla situazione dei calciatori contagiati dal COVID-19. Il caso degli stranieri “liberati” da Juventus, Inter, Milan e Parma, una vicenda che ha acceso la riunione dei presidenti di mercoledì, rischia di avere anche una… coda con la quale i club potrebbero dover fare i conti ovvero la prospettiva di non avere alcuni calciatori alla ripresa degli allenamenti. Premesso che nelle stesse condizioni ci sono anche altre società a giro per l’Europa e per il mondo, per stabilire se si porrà o meno il problema bisognerà prima capire quando si potrà tornare a sudare su un prato verde e quali aggiornamenti ci saranno al Dpcm che ha fatto ipotizzare a dopo il 3 aprile la ripresa delle sedute. Al momento si viaggia (eufemismo…) a vista, ma il tema dei rientri è tenuto in grande attenzione dalle società che hanno dato il via libera alla partenza dei loro tesserati. Il Psg ha lasciato liberi Neymar, Thiago Silva e Cavani, ma anche i club cinesi hanno problemi nonostante molti la quarantena la stia facendo adesso in patria, dopo essere tornati dai ritiri all’estero. E’ il caso del Dalian di Benitez e Hamsik e dello Shanghai Shenhua di El Shaarawy. Lo Shanghai Sipg per ora deve rinunciare a Hulk e Oscar ancora in Brasile, il Tianjin ha Wagner in Germania, l’Hebei ha Paulinho in Brasile, il Qingdao ha Minala in Italia. E poi c’è il tema dei controlli medici. L’Aic vuole un protocollo di lavoro concordato a tavolino da tutte le parti per riprende il lavoro in sicurezza, mentre i sanitari riflettono sulla possibilità di fare screening medici approfonditi su calciatori che hanno contratto il virus per escludere che questo abbia lasciato tracce sugli organismi. Lente puntata in particolar modo sui polmoni, il principale “bersaglio del Covid-19, visto che gli sportivi sono sottoposti a sollecitazioni maggiori rispetto alle persone comuni e c’è la necessità escludere complicanze. Allo studio l’ipotesi di nuove visite di idoneità prima di tornare in campo.