L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla gara di questa sera tra Palermo e Catanzaro e le parole rilasciate ieri da Corini.
Non si può definire l’ultimo appello, perché dal club non arriva nessun segnale che faccia considerare Corini in bilico. Il tifo è deluso e sfiduciato, non gli piace quello che vede ma la squadra verrà comunque sostenuta. In fondo è pur sempre un piccolo derby (da Catanzaro arriveranno oltre 1.000 tifosi) e anche un confronto diretto che in caso positivo potrebbe rilanciare la corsa verso i primi posti. Dunque per il Palermo è una nuova occasione per evitare che le tensioni aumentino. Corini mantiene un equilibrio invidiabile e alza i toni solo per bollare come «minchiate» le voci di uno spogliatoio spaccato. Il tecnico non può negare i problemi ma professa ancora fiducia in un gruppo che recupera Di Francesco seppur con autonomia limitata.
Ora, però, serve che le idee trovino riscontro sul campo. A Terni non è successo anche se Corini prende come buono almeno il risultato: «Per me la reazione dopo il ko col Cittadella c’è stata, anche se non su tutta la partita. Abbiamo fatto una prestazione normale ma oggi la normalità non basta. Accetto la delusione dell’ambiente ma come allenatore devo appoggiarmi a quanto facciamo bene per cercare di migliorarlo. Ci manca fantasia sotto porta? Non abbiamo avuto Di Francesco e Insigne, e comunque stiamo cercando di capire come arrivare al gol con altre soluzioni».
Ed eccoci al tema caldo: «La mia situazione pesa sulla serenità della squadra? Sono consapevole dell’energia che devo avere e resto convinto che il lavoro verrà fuori. Nel nostro calcio siamo abituati al cambio tecnico e visti i precedenti (gli esoneri facili di Zamparini, ndc) per Palermo è una rivoluzione culturale. Se non sentissi l’appoggio di società e giocatori non sarei qui ad assumermi le mie responsabilità. Il gruppo è coeso e forte, ci metto la mano su fuoco».
Che ambiente ci sarà stasera al Barbera? «Il tifoso vuole vedere vincere la squadra, quindi l’ambiente dipenderà dal nostro atteggiamento: la mezzora finale col Cittadella è un insegnamento sul cosa non fare. Per adesso le cose non è vanno come vorremmo e dunque comprendo le contestazioni. Ma con le prestazioni possiamo ricreare un ambiente che ci trascini». Ci vorrà attenzione ed equilibrio perché il Catanzaro gioca un gran calcio. «Il loro percorso parte da lontano – afferma Corini – portano con sé l’entusiasmo arrivato dalla C vinta alla grande, hanno qualità e leggerezza mentale». Ma il Palermo non ha alternative: «Sappiamo di poter subire qualche contrattacco ma ci assumeremo la responsabilità di spingere per i tre punti». E’ l’unica chiave per riconquistare fiducia.