“Il Sassuolo è già squadra, e che squadra, ed in più ieri sera ha proposto un Berardi sontuoso, ispirato, voglioso di diventare definitivamente un protagonista del nostro calcio. Rigore decisivo trasformato senza paura, una traversa clamorosa e una gara a tutto campo, da vero leader. Anche il Palermo è squadra, nel senso di cuore e geometrie, ma è spaventosamente inefficace e privo di elementi che possano rovesciare l’inerzia di un match. Ha perso come nelle previsioni ma senza sbracare, anzi ha lottato fino all’ultimo secondo ed ha costretto il Sassuolo, che sembrava padrone del campo. Però i rosanero hanno dimostrato di non accettare il ruolo di vittima designata, uscendo dal campo fra gli applausi dei tifosi che ne hanno apprezzato il sudore. Differenza avvertibile. La differenza di rango si è vista subito: nei primi 10′ il Sassuolo ha concluso tre volte in porta con pericolosità, due addirittura nei primi 2′ con Posavec costretto a interventi importanti su Berardi e Politano. Di Francesco gioca a memoria con semplicità ed automatismi straordinari. Gli emiliani il turn over se lo potrebbero permettere, ma rispetto alla sfida con la Stella Rossa, le novità sono solo a centrocampo (Duncan squalificato): Sensi e Mazzitelli al debutto in serie A, aiutano Magnanelli a gestire la manovra. I tre attaccanti sono gli stessi che hanno fatto faville in Europa, Berardi, Defrel e Politano. Niente Matri, in panchina. Il Palermo è andato in costante inferiorità numerica a metà campo dove i tre costruttori di gioco facevano girare la palla con facilità. Il 3-4-3 rosanero rimediava con cuore e sacrificio di uno degli esterni, Bentivegna più di Balogh, per coprire meglio possibile. Le poche palle interessanti sono arrivate da inserimenti improvvisi (due volte Hiljemark per Quaison) ma al Palermo manca uno stoccatore da area di rigore, lacuna che è apparsa più evidente nella ripresa quando la squadra ha tentato un forcing con buone iniziative sulla fasce. Così ogni sforzo diventava aria fresca. MAI DOMI. Nonostante una differenza evidente sul campo, i rosanero non si sono dati per vinti ed anche dopo il rigore che ha sbloccato la gara (fallo di Rajkovic su Defrel sugli sviluppi di una punizione di Berardi), hanno provato ad inventarsi qualcosa. Non con le punte, ovviamente, ma con una progressione di Rispoli (alta) e un colpo di testa di Rajkovic. Il Sassuolo è stato anche troppo superficiale nelle ripartenze, si è limitato a gestire con eleganza ma senza affondare ed ha finito per soffrire. Posavec è stato insidiato solo dagli acuti di Politano e con la sventola di Berardi sulla traversa (37′ st). Mosse tattiche. Si è giocato in un Barbera semivuoto. Il pubblico appoggia la squadra ma non crede più in Zamparini. Il tentativo di Ballardini di sorprendere il Sassuolo con una formula senza punti di riferimento in avanti (Quaison e poi nella ripresa Balogh finto centravanti, con due esterni in appoggio) si è scontrato con la scarsa concretezza di una squadra incompleta. Il Palermo è condannato dalla propria pochezza negli ultimi 20 metri, cui non può sopperire neppure il coraggio mostrato. Una ripresa all’assalto ma nessuna vera palla gol: Ballardini ha provato anche col baby magiaro Sallai e col cambio di modulo nel finale, ma è ancora troppo poco. Balogh per adesso è inadatto al nostro campionato e a una squadra che deve salvarsi (è uscito fra i fischi). Nestrorovski, che gli è subentrato, non ha fatto molto meglio. Il più pronto è sembrato proprio Bentivegna, ma pur sempre alla prima da titolare in A e calato inevitabilmente nella ripresa.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.