L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle parole di Baldini rilasciate ieri in vista del match di oggi tra Catanzaro e Palermo.
I corsi e ricorsi del calcio regalano a Silvio Baldini una coincidenza clamorosa. La sua ultima partita sulla panchina del Palermo, nell’era Zamparini, si giocò il 25 gennaio 2004. I rosa persero 2-0 in casa dalla Salernitana, l’allenatore esplose contro il presidente negli spogliatoi e di fatto decretò la sua cacciata. Sono passati 18 anni esatti e l’avventura ricomincia. Silvio aveva confessato di aver detto sì a Mirri e Castagnini convinto che il destino gli stesse offrendo una nuova chance. Il tempo trascorso non lo ha modificato di molto. Nella vigilia, ha ribadito i concetti base con cui vuole incidere sulla squadra.
Nessuna paura, neppure di fronte a un Catanzaro reduce da roboanti innesti di mercato. «I peggiori nemici sono dentro di noi – ha affermato Baldini – dobbiamo essere liberi di mente. Finora la squadra ha balbettato in trasferta? Non ho formule magiche, ma vorrei evitare insicurezze: i ragazzi devono essere felici di giocare nel Palermo». Ci si aspettano variazioni tattiche anche se Silvio prova a confondere le acque: «Il 4-2-3-1? Non è detto che giocheremo così, abbiamo provato anche il modulo a 3 che la squadra sa far bene. Vedremo come schierarci. Ho provato là Luperini, uno dei pochi a non avere il Covid».
Ventuno i convocati, compresi l’ultimo arrivato Damiani (avrà il nº 21) e Brunori, che ha svolto esami specifici post contagio ed è pronto. Prima stagionale per Somma, Baldini lo stimola: «Damiani deve imparare a conoscere il gruppo, ma so che su di lui potrò contare. E’ un giocatore che può fare anche la A, sa dare geometrie e ha grande senso tattico. La partenza di Almici? Nel ruolo ci sono Accardi e Doda. In ogni caso sul mercato la società si adopererà al meglio». E’ al Palermo già da un mese ma ancora manca il test decisivo, la partita: «Ho capito di avere ragazzi che ci tengono a migliorarsi»