Corriere dello Sport: “Baldini indottrina il suo Catania. Il derby stavolta vale più dell’oro”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’attesa per il derby in casa Catania.

Forse di settimane così, almeno per quest’anno, non se ne vivranno mai più. Perché se è vero che la sabbia all’interno della clessidra scorre inesorabile e si avvicina il giorno del giudizio da parte del Tribunale fallimentare di Catania (sempre che, come si dicono sicuri i bene informati, non si approderà all’ennesimo rinvio, visto che appare difficile appurare l’esatta entità del passivo e delle capacità di azzerarlo da parte dell’attuale governance rossazzurra), l’attenzione dei tifosi dell’Elefante è attratta solo ed esclusivamente da un unico appuntamento: il derby di domenica prossima con i cugini del Palermo.

Un derby a cui il Catania di Francesco Baldini arriva un po’ con le pive nel sacco, dopo lo scivolone di Latina (nel gioco e nel risultato). Ma che, complice anche la simbiosi che si è venuta a creare fra squadra e tifoseria, potrebbe rivitalizzare il gruppo rossazzurro, che sa di giocarsi tantissimo in termini di credibilità, al cospetto dei propri supporter, in una sfida come questa.

Occhio ai cugini . Certo, dall’altra parte c’è il Palermo dell’ex Dall’Oglio, una squadra lanciatissima che ha preso ad accarezza con sempre maggiore insistenza certi sogni di gloria. Però, è noto, i derby sono partite in cui tutto può accadere. Lo sa benissimo il Palermo stesso, che l’anno scorso, in inferiorità numerica e in un momento della stagione difficilissimo, fece lo sgambetto alla squadra rossazzurra a quel tempo guidata da Giuseppe Raffaele, andando a violare il campo del “Massimino” (con un gol di Santana) e determinando quell’avvicendamento in panchina che portò proprio Baldini alla corte di Torre del Grifo. Altri tempi, perché quello era un Catania che aveva discrete velleità di classifica e la certezza di concludere una stagione, mentre quello di quest’anno è costretto ad andare in campo alla garibaldina e tenendo presente che il futuro è ancora pieno di incognite.