Corriere dello Sport: “Baiocco: «Per la Serie B serve un altro Catania»”
“”Solo la maglia”. È lo slogan della gente della curva, ma forse non con tutti i calciatori passati ai piedi dell’Etna funziona davvero così. Uno come Davide Baiocco, ad esempio, al rossazzurro del Catania è rimasto legato a doppio filo. Sì, è vero, al momento il suo posto è a 80 chilometri più a sud, a Siracusa, ma ci vuol poco a pensare che è solo questione di tempo e le strade dell’ex centrocampista della Juve (sì, è passato anche da lì, anche se non ne ha mai fatto questione di vanto) e di Catania torneranno ad incrociarsi. E non soltanto per questioni calcistiche. Lui, intanto, con l’entusiasmo di un ragazzino continua a tirare la carretta. E se il Siracusa sta risalendo la china è anche merito suo: «Ringraziando Dio sto bene – sorride -. E finché il fisico regge, c’è la voglia di allenarsi, di assecondare la passione, va bene così. Il Siracusa? Stiamo risalendo. Quando il gruppo è in gran parte rinnovato e i mezzi economici sono quelli che sono, limitati, ci vuole un po’ di tempo in più. Però non ci siamo mai scoraggiati».
Risorse economiche limitate, gruppo rinnovato. Sembra quasi stia parlando del Catania. «In verità al Catania la situazione mi sembra ancora più difficile. Fra l’altro questa è una piazza in cui gli investimenti si devono fare, perché Catania lo pretende. Però il raddrizzare la baracca, fra l’altro portandoti dietro cose vecchie e facendone di nuove, passa soprattutto dal risultato importante. Il resto sono solo chiacchiere. Noi abbiamo avuto la tranquillità e l’onestà di ammettere che non sarebbe stato un campionato di rose e fiori. Questo ci ha aiutato e ci sta aiutando».
Baiocco segue ancora il Catania, evidentemente! «Lo seguo sì, l’affetto non cambia mai. Anche nei confronti della gente di Catania, che viene da momenti calcistici terribili. La retrocessione dalla A, poi quella successiva dalla B a seguito dei “Treni del gol”. Oggi la squadra paga anche questo. Ecco spiegati, magari, certi fischi anche dopo un risultato positivo».
Fare punti soffrendo contro avversari sulla carta inferiori è un’altra spiegazione, però. «Però i punti sono stati fatti e non bisogna dimenticare che questa squadra è appesantita dalla penalizzazione. Senza quel “meno sette” oggi il Catania sarebbe a ridosso di formazioni con ben altra stabilità economica e con una progettazione tecnica già ben avviata. Per me è un buon segnale. Certo, occorre crescere come gruppo, come squadra, per arrivare ai play off. Consolidarsi anche in termini di gioco e, quindi, di consapevolezza delle proprie forze. Poi tutto può accadere».
Perché che occorra crescere, questo appare evidente. O no? «Non ho visto le partite. Ho il nitido ricordo di quella di Coppa Italia, qualche mese fa, che mi ha lasciato dei dubbi. La squadra mi è sembrata compassata, con pochi spunti. Ma quello era ancora calcio d’agosto e, ad esempio, non erano esplosi calciatori come Di Grazia o come Fornito, di cui ho sentito dire un gran bene».
Ma lei crede davvero che questo Catania possa centrare la promozione attraverso i playoff? «Se cresce ancora, sì».
Lei è fresco reduce dalla gara vinta sul Cosenza, prossimo avversario del Catania. «A Siracusa non mi ha fatto una buona impressione. Non mi è sembrata la squadra dei 23 punti in classifica». Poi, dopo il turno infrasettimanale, al Catania toccherà il Siracusa e.. Baiocco. «Meglio non pensarci troppo. Proverò a farlo il più tardi possibile, come è successo in altre occasioni. Sarà sempre un’emozione fortissima incrociare il Catania. Poi, però, per quei novanta minuti, come è giusto che sia, avrò come unico pensiero quello di fare bene».” Questo è quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.