Corriere dello Sport: “Avellino choc, è fuori dalla B. Ora farà ricorso al Consiglio di Stato?”
L’Avellino abbandona ufficialmente il calcio professionistico. E’ arrivata ieri la notizia ufficiale e definitiva, ecco quanto scrive a riguardo l’edizione odierna del “Corriere dello Sport”: “Catapultato al centro della tempesta perfetta della giustizia sportiva italiana, il povero Avellino non ne esce indenne, anzi paga nel peggiore dei modi possibili una leggerezza imperdonabile, e si ritrova con le ossa rotte. Viene escluso dal prossimo campionato di Serie B e con l’impellenza di ripartire dalla Serie D in sovrannumero in tempi strettissimi (Enrico Preziosi è già pronto a intervenire con una nuova società) per non dover ricominciare addirittura dai Dilettanti regionali. Dopo aver visto evitare il peggio a Parma, Foggia e Chievo, in quest’ultimo caso con un processo da rifarsi per un clamoroso errore procedurale della Procura Federale, il club irpino deve rassegnarsi alla più amara delle sentenze, schiacciato al Tar (Sezione 1ª Ter, giudice Giampiero Lo Presti) dopo aver combattuto una battaglia impari contro Coni, Figc, Lega B e Ternana, costituitesi contro la riammissione dei campani.
BATTAGLIA AL TAR. Ieri mattina in Via Flaminia, a Roma, il dibattimento ha subito evidenziato spunti a favore dell’Avellino. Tanto è vero che lo stesso giudice ha chiesto ai legali della Figc chiarimenti in merito alla posizione di altre società iscritte pur avendo prodotto fidejussioni poi bocciate, almeno per ora, dal Consiglio di Stato. Il riferimento è a dieci club di Lega Pro e due di B che potrebbero subire ripercussioni sanzionatorie all’esito di ulteriori verifiche sulla legittimità della polizza emessa da Finworld, l’altra fidejussione incriminata di cui era in possesso anche l’Avellino dopo essersi visto bocciare dalla Covisoc quella rumena senza rating emessa da Onix Asigurari.
TERMINI PERENTORI. La discussione si è poi spostata sulla perentorietà dei termini e sulla mancata impugnazione. Il giudice ha stabilito che, nella fattispecie, i termini sono da considerarsi perentori e che la produzione oltre la scadenza del 16 giugno di altre due polizze non è ammissibile. Superando così l’eccezione preliminare dell’Avellino che ha lamentato di aver ricevuto la comunicazione Covisoc dopo le ore 21 del 12 luglio. Per quanto riguarda i Comunicati ufficiali per il rilascio delle licenze nazionali, lo stesso giudice ha sancito che si tratta di norme “non derogabili”.
CONSIGLIO DI STATO? La società deve ora decidere se ricorrere al Consiglio di Stato. Ma intanto, nell’estate delle plusvalenze fittizie, dei processi per stipendi in nero, delle società male assistite e finite in mano sicure, degli errori procedurali e dei processi da rifare, per il popolo irpino la B è una chimera. In questo nostro strano Paese guai a non rispettare un termine perentorio o a sbagliare una fidejussione, ma poi è possibile avere una squadra in A e una in B solo grazie a una norma in deroga allo Statuto Federale. E’ come approvare una legge in deroga alla Costituzione. Solo che nel calcio italiano non esiste una Corte Costituzionale che interviene “motu proprio” a bocciarla“.