L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sull’approdo di Pergolizzi sulla panchina del Palermo. Andò giù duro: «Dicono che per tre volte non abbia finito i campionati, la verità è che nessuno mi ha mai esonerato. Dimettersi non signfica scappare o essere bocciato, ma lasciare soldi e non fari illudere dalle parole». Successe con il Portogruaro. E con il Pavia. Promesse non mantenute e contratti strappati senza guardarne il contenuto. «Quando vieni da queste delusioni, è ovvio che non trovi squadroni pronti a rimetterti in gioco». Da trent’anni vive ad Ascoli, con moglie e figli. Nel 2013 accetta l’Ascoli: «L’ho fatto per il bene dell’Ascoli, in ogni situazione ci metto la faccia e guardo tutti negli occhi». Ma soldi non ce ne sono, Benigni si tira fuori, Pergolizzi lo segue. E il ritorno in Sicilia? A Marsala, parte dall’Eccellenza e vince campionato e Coppa Italia. E’ un momento delicato per lui. I genitori si ammalano e nel giro di pochi mesi non ci sono più. Con il Marsala in D, anche se i dirigenti mandano via i giocatori più importanti, Rosario sfiora la salvezza svanita «a cinque minuti dalla fine per un’autogol, mentre la società urla che comunque per problemi economici la D non sarebbe stata nei loro piani». Il tecnico riprende con il Porto D’Ascoli e accarezza la promozione. E, l’anno scorso l’Empoli, per fare scouting e per allenare la under 17 che arriva alle fasi finali per lo scudetto, risultato che mancava da sei anni. Pergolizzi calciatore è figlio di una mancata iscrizione al campionato. Nipote di un ex presidente, sogna la A con il Palermo. Dopo il fallimento del 1986 passa all’Olbia e vola. I suoi maestri: Bianchi, Bolchi, Sonetti, Zaccheroni, Reja, Ulivieri e Tardelli del quale fu vice a Bari. Rivedrà il Palermo ma come allenatore della Primavera. Cinque anni straordinari. «L’unico esonero? Con Zamparini! Ma … pilotato. Il presidente mi chiese di guidare la prima squadra e lasciai la Primavera pur sapendo che, dopo il bisticcio, Guidolin sarebbe tornato». Zamparini però non ruppe il rapporto. «Abbiamo capito che persona sei – le parole del patron – e ti ringraziamo». L’anno dopo, il tecnico lo ripaga con il titolo di campione d’Italia. La scelta è caduta su Pergolizzi perché trasparente nelle scelte. Nei giorni scorsi, Rosario aveva dichiarato: «Questa è la città delle mie origini, sarei felice di ricominciare da qui. Come potrei non essere fiero di tornare a Palermo in un momento in cui si riparte da zero e bisogna ricostruire?». Oggi ci sarà una riunione per la costruzione della squadra.