Corriere dello Sport: “Arriva il Cittadella. Corini: «Palermo mai rinunciatario»

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle parole di Corini in vista della gara di oggi.

La differenza fra Palermo e Cittadella non è soltanto quella consonante nel cognome dell’allenatore (Corini contro Gorini) ma una storia di pressioni ed abitudini diverse. Eugenio lavora e sperimenta, è serio ed educato, spiega bene i suoi concetti di calcio, ma ha bisogno che le parole si trasformino in risultati per essere davvero convincente; il suo alter ego Edoardo è al Cittadella da 15 anni, 6 da calciatore gli altri nella parte tecnica, e vive le difficoltà con tutt’altro spirito, contando sulle caratteristiche sbarazzine della sua squadra che al Palermo fra l’altro ha spesso tirato brutti scherzi, come nell’ultima gara della precedente gestione societaria (maggio 2019) quando rimontò due reti ai rosa di Delio Rossi, poi esclusi sia dai play off che dal campionato.

Le frasi. «Il peso dei 3 punti? C’è piena consapevolezza della necessità di un successo, ma non deve essere un peso ma qualcosa che si sente dentro» afferma Corini, che nasconde fino all’ultimo le sue scelte. Probabile comunque la conferma dell’assetto visto col Pisa, con Gomes fra i tre centrocampisti. «Le partite si costruiscono anche in base alle caratteristiche dell’avversario. Il Cittadella è molto incisivo sulle seconde palle, dobbiamo vincere la battaglia del contrasto. Troppi gol presi? Concediamo meno rispetto alle partite iniziali, ma dobbiamo lavorare meglio su alcune situazioni a cominciare da come difendere sull’attacco alla profondità. Saric trequartista come Luperini l’anno scorso? Può fare quel tipo di ruolo, ha gamba ed inserimento, per noi il primo pressing è importante. E’ una situazione che abbiamo provato, può diventare in futuro una soluzione attuabile». Col Pisa si è visto un abbozzo di novità, adesso servono conferme e solidità: «Il mio Palermo proverà sempre a proporre calcio, se cominci a difenderti a 20′ dalla fine ti predisponi mentalmente a subire l’avversario. Per questo va migliorato il possesso per non esporci a contrattacchi».