L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Mondiale vinto dall’Argentina e stila la Top 11 della competizione.
I migliori di Qatar 2022, ruolo per ruolo, compreso quello del ct. Per realizzare la formazione dei top 11 del Mondiale dal 20 novembre al 18 dicembre. Dubbi sulla formazione ne restano, ma vediamo giocatore per giocatore.
LIVAKOVIC (Croazia)
Di un capello davanti al marocchino Bounou. Il vantaggio minimo è legato all’ultima partita, la finale del terzo posto vinta dalla Croazia. Livakovic ha fatto un Mondiale strepitoso, esaltando le sue doti nelle serie finali dei calci di rigore. Grazie alle sue parate la Croazia ha superato dal dischetto, dopo i supplementari, il Giappone agli ottavi e il Brasile ai quarti. Una citazione anche per l’argentino Martinez: la finale è anche sua.
HAKIMI (Marocco)
Il trenino di destra della nazionale nordafricana è stato uno dei movimenti più interessanti e spettacolari di questo Mondiale. Hakimi che partiva da dietro, Zyech che lo aspettava per lo scambio e Ounahi che arricchiva il triangolo con la sua tecnica. Su quella fascia, l’ex interista è stato sicuramente il migliore del torneo.
ROMERO (Argentina)
Nel giudizio sull’ex atalantino la finale contro la Francia ha un peso notevole. Le gare precedenti le ha giocate su buoni livelli, l’ultima su livelli mostruosi.
GVARDIOL (Croazia)
Una sola giornata da dimenticare in un Mondiale da applausi per un ragazzo al debutto, classe 2002, uno dei più forti difensori centrali d’Europa. Quella giornata però ha coinciso con un duello impossibile per chiunque altro, il duello con Messi. Ma tutto il resto è stato da grande giocatore.
T . HERNANDEZ (Francia)
In finale ce l’ha portata lui la Francia con la rete contro il Marocco. Ha preso il posto di suo fratello Lucas dopo l’infortunio e, se escludiamo i 120 ’ con l’Argentina, ha dominato la fascia sinistra.
DE PAUL (Argentina)
Tecnica e muscoli, ecco il centrocampista più completo del Mondiale. Appena sotto l’ex udinese ci mettiamo Griezmann, scomparso letteralmente dalla finale con l’Argentina.
E . FERNANDEZ (Argentina)
Nel cuore del gioco e poi più avanti, a rifinire e concludere. Ha fatto davvero un grande Mondiale.
AMRABAT (Marocco)
Una crescita incredibile, dalla prima partita alla semifinale. Stava giocando bene anche nella Fiorentina, ma lo spessore di questo suo Mondiale è stato pazzesco. Ha sentito la responsabilità di una squadra intera e ha dato al Marocco forza e orgoglio. Nei voti del nostro giornale è partito da un 6,5 nella prima gara contro la Croazia ed è arrivato ai 7,5 delle sfide a eliminazione diretta contro la Spagna e il Portogallo. Ha chiuso il suo Mondiale giocando da difensore centrale negli ultimi minuti della finale per il 3° posto.
MODRIC (Croazia)
Al suo ultimo Mondiale ha lasciato il ricordo del grande giocatore, del grande numero 10. Ha fatto delle partite fantastiche, con quel calcio di esterno che solo lui può usare in quel modo. Chi ama questo gioco, spera di rivederlo almeno all’Europeo, anche se l’età avanza.
MESSI (Argentina)
E’ stato il re del Qatar, il dominatore assoluto di un torneo che lo ha incoronato come miglior giocatore. Nell’anno e mezzo trascorso al Psg non aveva mai raggiunto questo livello di gioco, nemmeno si era avvicinato. Stava aspettando il Mondiale per dimostrare chi era davvero. L’eterno paragone con Maradona è stato infine risolto: è sullo stesso gradino. Che fortuna, l’Argentina, i due migliori giocatori al mondo dall’80 a oggi hanno indossato la maglia albiceleste.
MBAPPÉ (Francia)
Una tripletta in finale e non vincere il Mondiale. Sarà il rimpianto di tutta la sua carriera e certo non gli basterà il primo posto fra i cannonieri a consolarlo. C’è una Francia con Mbappé e una senza e quella senza resta solo una buona squadra, niente di più.
CT: REGRAGUI (Marocco)
Merita questo posto per il modo in cui la sua nazionale si è imposta all’attenzione del mondo. Certo, Scaloni ha vinto il Mondiale, ma è già capitato ad altri due ct argentini. Chissà quando un altro ct del Marocco arriverà così in alto.