L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle violenze in campo in Francia.
Ironia della sorte, ha sentenziato qualcuno a proposito della situazione esplosiva negli stadi di Francia. Il Ministero dell’Interno transalpino infatti, così solerte nel vietare la trasferta a Marsiglia ai tifosi laziali, e soprattutto nel bollarli più o meno indiscriminatamente come fascisti e violenti, ora – e anzi già da tempo – è alle prese con problemi ben più grandi. Nell’ultimo turno di Ligue 1 ad esempio, la sfida tra Lione e Marsiglia è durata appena 4 minuti, il tempo che piovesse dagli spalti una bottiglietta d’acqua sulla testa di Dimitri Payet, accasciatosi subito a terra nei pressi della bandierina. Scene di ordinaria follia che, ultimamente, il calcio francese ha dispensato in abbondanza (a proposito di corner, pensiamo agli scudi per proteggere Neymar e Luis Alberto dal lancio di oggetti, istantanee entrate in men che non si dica nel circolo virale dei social).
Ma è da inizio stagione che va avanti così. Il battesimo di “fuoco” all’esordio in campionato sul campo del Montpellier: bottiglietta sul volto di un centrocampista del Marsiglia e partita sospesa per 10 minuti. Così a Nizza, nel derby del mare ancora una volta contro il Marsiglia, con la stessa dinamica di ieri: bottiglia d’acqua verso Payet, che la raccoglie e lancia verso gli spalti causando una rissa con tanto di invasione di campo. Poi gli episodi a Lilla (anche qui incidenti e invasione) e Metz, gli scontri fra tifosi a Montpellier, Angers, Saint-Étienne e gli arresti a Marsiglia per violenza contro la polizia. Il tutto per restare in patria e non parlare di Marsiglia-Galatasaray, partita di Europa League conclusa dopo 16 minuti di recupero totali e con il bilancio finale di 5 arrestati, 3 agenti feriti e 550 impiegati.