L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’Ancona fuori dalla Serie C.
In un triste scenario da tutti contro tutti, per l’Ancona è arrivata la stangata della Covisoc che mette la parola fine ad ogni speranza di salvezza. D’altronde il mancato pagamento degli stipendi di marzo e aprile, elemento indispensabile da allegare alla domanda di iscrizione, non lasciava alcun margine di manovra riparativa, certe regole sono perentorie. Un verdetto, quindi, ampiamente previsto, ma non per questo meno doloroso per la piazza dorica.
Una scudisciata che colpisce in pieno volto la tifoseria biancorossa, profondamente scossa da una bufera scatenatasi all’improvviso e assolutamente imprevedibile dopo i festeggiamenti per una salvezza conquista sul campo, evitando anche i playout. Una città che si sente tradita nella sua totalità, a partire dal primo cittadino Daniele Silvetti che, da parte sua, comunque è già sceso in campo. Intanto la Covisoc ha spiegato che l’US Ancona non può essere iscritta al campionato di serie C, un parere (vincolante) che venerdì 14 il Consiglio Federale trasformerà in una sentenza. In teoria il club avrebbe ancora la possibilità in questi pochi giorni che separano dal baratro di presentare una memoria difensiva, ma l’acclarato accertamento del mancato pagamento rende evanescente questa possibilità. Certo che lo sconcertante teatrino del tutti contro tutti, con i dirigenti ad accusarsi reciprocamente a colpi di comunicati stampa, non produrrà alcun beneficio, visto che l’unica certezza è che nessuno ridarà la serie C all’Ancona. Ora si può solo pensare a un futuro alternativo, una procedura faticosa e accompagnata dalla profonda delusione della piazza, ma non sembra esserci scelta. L’idea è quella di chiedere l’inserimento in serie D in sovrannumero, procedura la cui dead line è fissata per le ore 14 dell’8 luglio. A questo punto sale in cattedra il sindaco Silvetti che intanto dovrà parlare con il malese Tony Tiong, presidente dell’Ancona non iscritta, e poi valutare le manifestazioni d’interesse di altri imprenditori, questo per evitare che possano ritrovarsi due diverse Ancona, come successe nel 2010. Per l’iscrizione alla D in sovrannumero, come previsto dall’art. 52 delle Noif, un’ipotesi potrebbe essere quella di un’altra matricola rispetto a quella della società non iscritta, tra l’altro sarebbe disponibile quella dell’ex Anconitana con affiliazione Figc dal 2017 e titolare della gestione del Dorico, con il vantaggio di non avere il fardello dei debiti della società non iscritta. Al tempo stesso però si perderebbero anche le fideiussioni depositate in Lega Pro, i crediti avanzati tramite le televisioni, i proventi dalle operazioni di mercato, gli anni di affiliazione e i tesseramenti relativi al settore giovanile. Insomma, bisogna ragionarci su. Ovviamente, comunque vada, il dramma sportivo sarà difficile da elaborare, la piazza di Ancona proprio non lo meritava.