“Amici mai. Rivali sempre. Prima e dopo. Con la stessa maglia e con colori diversi. Non è la favola di ex compagni che si ritrovano e festeggiano. Posavec sfi da Fulignati, in tutti i sensi. Giovani “portieri contro” in una partita delicata che può dare a Castori l’esatta misura del Cesena e a Tedino il titolo di campione d’inverno, trampolino di lancio per la A. Tempo e carriera invece diranno chi è il migliore, se il croato o il fi orentino di Empoli. Intanto, questo duello, non più a distanza ma a porte ravvicinate, fra il palermitano che, protagonista con la migliore difesa del campionato, non subisce gol da tre partite e 279′, piccolo record da quando veste Palermo, e il cesenate in serie positiva da quattro turni, dal giorno praticamente del suo tormentato rientro, dopo la parentesi Agliardi, altro numero uno con passato rosanero (e che passato!), riscalda le emozioni di un appuntamento con tante storie che brillano come luci di Natale. Dall’ex Foschi e Laribi alle vicende giudiziarie di Zamparini. Tutto in novanta minuti. IL VECCHIO E IL GIOVANE. Critiche a pioggia, elogi misurati. Ecco la nouvelle vague: Posavec il più giovane con i suoi ventuno anni, Fulignati ventitré. L’anno scorso, Josip rimase in porta per ventisette giornate, poi Lopez e, soprattutto, Bortoluzzi (dopo il catastrofico 2-6, a Roma, contro la Lazio) lo relegarono in panchina preferendogli Fulignati, nove volte titolare nelle ultime undici in calendario. Fu il canto del cigno per Bortoluzzi. Zamparini non gli perdonava l’avere addossato a Posavec tutte le colpe di una stagione fallimentare e il fatto che il valore del giocatore, così facendo, diminuisse. Per cui, quando il tecnico pensò di rimettere in campo Posavec, Zamparini si oppose. Almeno così si racconta. Il resto è storia recente: Posavec riconfermato, Fulignati a Cesena per 400mila euro. LA VERITA’. Nessun feeling tra Josip e Andrea. Posavec, per natura diffidente e sulle sue anche con Sorrentino, non gradiva la concorrenza; Fulignati il ruolo di riserva. Non era come oggi che alle loro spalle fanno da chioccia Pomini, con i suoi trentasei anni, e Agliardi, trentaquattro. Agliardi altro elemento discontinuo anche a Palermo: esordio con Guidolin nello scoppiettante (4-3) contro la Reggina, stratosferico a Roma con la Lazio di Delio Rossi (vittoria per 2-1), autore di una colossale papera nel derby con il Catania (5-3, rosanero in testa alla classifi ca dopo tre giornate!), poi eterna riserva di Fontana e sposo a Palermo nella città natale della moglie Irene. SCUOLE DIVERSE. Posavec, più reattivo e rifl essivo, un’esagerazione comunque che non parli con i compagni, sposa da tempo una fi losofia: «Soffro se sbaglio, ma non mi sento un perdente. E per la A abbiamo bisogno dei tifosi». Fulignati è l’istinto in persona. Uno taciturno, l’altro spigliato e avvantaggiato dalla scuola italiana. L’anno scorso Posavec prese 63 gol, Fulignati 14, media a favore del toscano, 1,5 contro 2,52. Ma, “Posa”, imbattuto in metà (sette) delle sue prestazioni, ha preso le distanze dall’avversario, dall’alto del primato e dei dodici gol subiti, media 0,85. Al contrario di Fulignati che, stordito in avvio dal ciclone di giudizi negativi e dagli errori -la stessa sorte di Posavec!- ha dovuto dividere la porta con Agliardi, titolare fi no al durissimo 5-3 di Empoli. La squadra per cui tifa e dalla quale venne scartato, il suo sogno da bambino restituiva a “Fuli” l’occasione del rientro. Il numero trentatré del Cesena ha incassato 25 reti, in tredici partite, media 1,92. La rivincita di Posavec. Al primo round. Il secondo, il più importante, domani”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.