“La notte è fatta per sognare: o anche per attraversare il proprio vissuto, guardarsi dentro, anche un po’ dietro, accorgersi che sta per arrivare quel giorno in cui, per un’ora o mezza o una serata intera, si resterà aggrappati alla memoria. Si scrive Bologna-Napoli e si ritrova Amadou Diawara sospeso nel tempo, incollato ai ricordi, frammenti d’un passato che resta, perché pure quando finì – e accadde tutto in maniera turbolenta, intorno al luglio 2016 – ci fu modo per ravvedersi pubblicamente. «Io sono grato a Bologna, a Delio Rossi che mi lanciò immediatamente nella mischia, a Donadoni che continuò a credere in me». Però fu brusco staccarsi dalla placenta, uno strappo doloroso, tra fughe nel vuoto, il silenzio «oltraggioso», la scelta di aspettare altro, di guardare il Mondo da una dimensione diversa: quindici milioni di euro e fu Napoli. IL GRANDE EX. E dunque saranno emozioni stritolate dall’ansia d’una partita che «pesa», per Diawara ancor di più, e nella quale c’è la sintesi d’una storia densa e travagliata, vibrante e stordente: novanta minuti, macché; ieri e oggi e domani, con la beata giovinezza che implode nell’attesa di ritrovarsi in quel macrocosmo dal quale è decollato e che una volta, alla radio, raccontò senza veli. «La mia ambizione è vincere con questa maglia, arrivare sempre più in alto». LA NAZIONALE. Sedici presenze, eppure ha appena diciannove anni (saranno venti a luglio), ondeggiando tra panchina e regia, tra il campionato e la Champions, tra quel ruolo da titolare conquistato a Crotone e confermato alla Juventus Stadium (ed altre volte ancora) e una panchina nella quale s’è ritrovato di recente perché con le Grandi è così che va: ma c’è Bologna-Napoli e il ballottaggio (che rimane pure stavolta) sembra concedergli un lievissimo, quasi impercettibile vantaggio. Ma ci sono le sensazioni brucianti, che si confessano in privato, standosene sul terrazzo della casa di Posillipo nel quale non mancano mai gli amici, né i parenti: il progetto, adesso, è insistere per ottenere la cittadinanza italiana, essendo qui da un bel po,’ da quando era minorenne, e poi provare ad avvicinarsi all’azzurro della Nazionale, che rappresenterebbe un altro sogno da vivere. La pratica per la cittadinanza era stata istruita quando era Bologna: sarebbe un bel colpo per il Ct Ventura, ma tutto dipenderà dai tempi e dalle procedure. GUAGLIO’. Bologna-Napoli è un tazebao ricco di date: 22 agosto 2015, il debutto in rossoblù (contro la Lazio), 19 ottobre 2016, la prima volta in Champions (con il Besiktas), poi i tormenti roventi del mercato che ormai diventa un punticino perso negli archivi di se stesso: ci volle un blitz notturno di De Laurentiis e una telefonata con Fenucci e Bigon per spaccare quel gelo e portare Diawara a Castel Volturno, dove adesso studia italiano ed anche un po’ di napoletano, ovviamente: «Qualche parola in dialetto, che non si può pronunciare, l’ho imparata». Gli scugnizzi sono fatti così: dagli un dito e si prendono il campo: Bologna-Napoli è tutta sua, soprattutto sua”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.