Corriere dello Sport: “Al Palermo serve un po’ di tempo ma quando ingrana è travolgente”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla vittoria di ieri del Palermo contro la Vibonese.
C’è voluta pazienza per sbloccare e poi stravincere una partita che rischiava di diventare complicata. La Vibonese, condannata da numeri che parlano da soli (5 sconfitte consecutive con 16 gol subiti), ha impostato per un tempo un 4-4-2 scolastico ma ordinato, affidando le rare ripartenze al peperino Spina, costringendo il Palermo ad una partita di attesa che non è nelle sue corde. Senza recupero palla alto, bisognava costruire l’episodio giusto e i rosa hanno faticato, scontrandosi anche con un pizzico di sfortuna: due legni, Valente su cross di Floriano (da esterno a esterno) e Brunori, clamorosa traversa su assist di Damiani.
Ma quando ad inizio ripresa un coriaceo Giron ha messo in mezzo dal fondo un pallone insidioso, la difesa calabrese stavolta è stata presa di sorpresa permettendo a Valente di far gol dall’area piccola. A quel punto, il match è diventato il vestito adatto per le caratteristiche del Palermo che infatti ha dilagato negli spazi, mandando a segno ancora sia Brunori (7° gol consecutivo, eguagliato il record assoluto della storia rosanero) che Soleri.
Strapotere. Le cifre finali parlano da sole: oltre ai 3 gol, il Palermo ha preso 4 pali (nella ripresa altri due con Giron e Brunori) e calciato la bellezza di 21 corner. Cancellate le paure di una sfida da vincere per forza, è riemersa la forza interna di una squadra che al Barbera è infermabile. Orlandi le ha provate tutte, dopo lo svantaggio ha inserito La Ragione allargando Spina a sinistra e abbassando Blaze in difesa; poi ha messo Golfo per tentare un 4-2-3-1.
Ma il Palermo è stato attento ed ha utilizzato le sue armi migliori, segnando due gran gol: Dall’Oglio, inserito nell’intervallo, ha vinto un contrasto aereo lanciando Valente sul cui taglio Brunori ha toccato deliziosamente d’esterno, poi Luperini ha sradicato palla a Corsi scatenando il contropiede di Soleri (7° centro per lui, tutti da subentrato). Baldini aveva modificato a sorpresa la difesa, preferendo Marconi a Perrotta e addirittura Massolo fra i pali invece di Pelagotti. Ma la vera bravura del Palermo è stata la capacità di aspettare il momento giusto senza disunirsi. Il nodo adesso è il solito: confermarsi in trasferta, a cominciare dal big match di Avellino.