L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sul momento del Palermo. A volte un’esclusione può fare bene, come dimostrano le buone prestazioni di Martin e Felici contro il Nola. Più volte Pergolizzi ha cercato di spiegare in questi mesi come l’opera dell’allenatore non si fermi certamente alla sola scelta della formazione della domenica o ai cambi da fare in corso di match. Ma che il compito più difficile è invece quello di gestire un’intera rosa composta da individualità che hanno personalità ed esigenze diverse fra loro. Riuscire a convogliare tutti verso l’obiettivo unico e comune e conservare i necessari equilibri interni: ecco forse la missione più delicata del responsabile di uno spogliatoio. Un Martin così in spolvero, preciso, mobile e sempre nel vivo del gioco, non si vedeva da parecchie settimane. Non appena la sua leadership in regia è stata messa in forse dall’ascesa di Mauri, il francese si è ripreso la scena. Crivello terzino sinistro convinceva meno del centrale difensivo dominante ammirato per tre quarti di campionato. E invece col Nola il primo tempo del palermitano è stato perfetto. Per Felici il discorso è ancora più ampio: in un 19enne gli alti e bassi vanno messi in preventivo, ma nel suo caso la punzecchiatura data dalla concorrenza di Silipo (pari età ma non necessariamente identico come ruolo) ha permesso di vedere qualcosa di più di una semplice bella partita. Col Nola la crescita del ragazzo romano è apparsa notevole sul piano tattico, ma è migliorato tantissimo nell’interpretazione del ruolo di esterno offensivo, rendendosi utile anche nei ripiegamenti e trovando così anche più campo per le sue micidiali accelerazioni.