Corriere dello Sport: “Aggressione a Lo Monaco, ci sono altri due fermati”

L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sull’aggressione a Lo Monaco. Si chiama Rosario Piacenti, ha 54 anni ed è conosciuto in città – oltreché per l’appartenenza alla famiglia dei “Ceusi”, storicamente attivi in ambito criminale – per la sua passione smodata per il Calcio Catania. La stessa che lo ha portato ad assumere da anni il controllo della Curva Sud. E’ lui “Saro degli Irriducibili”, l’uomo che mercoledì mattina ha aggredito l’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, il quale si era da poco imbarcato sul traghetto che collega Messina a Villa San Giovanni per raggiungere Potenza, là dove nel pomeriggio la squadra di Cristiano Lucarelli avrebbe dovuto affrontare quella lucana per gli ottavi di finale di Coppa Italia di Serie C. Piacenti ha raggiunto Lo Monaco mentre stava bevendo – da solo – un caffè al bar: lo ha affiancato, lo ha guardato in viso e, in men che non si dica, lo ha colpito con un ceffone violentissimo che ha fatto volare gli occhiali al dirigente. Lo Monaco – che di certo smilzo non è – ha preso per le braccia l’aggressore, che si è divincolato e lo ha colpito nuovamente in volto, prima che lo stesso dirigente invitasse il Piacenti e chi lo accompagnava, un numero compreso fra le dieci e le quindici persone, a seguirlo sul ponte del traghetto, dove si sarebbero susseguiti insulti e minacce. Conclusa la “spedizione” e immaginando che all’arrivo a Villa San Giovanni si sarebbe materializzata la Digos di Reggio Calabria – cosa che puntualmente è avvenuta – Piacenti e i suoi (che non sono ancora stati identificati, ma gli inquirenti stanno lavorando in tal senso) sono rimasti sul traghetto e hanno fatto immediato rientro su Messina, allo scopo di evitare l’identificazione. Purtroppo per l’aggressore di Lo Monaco, però, ogni singolo momento di quell’episodio violento è stato ripreso dalle telecamere installate nella sala bar del traghetto: per la squadra tifoserie della Digos è stato un attimo riconoscerlo e far scattare l’arresto per “flagranza differita”, prevista in casi come questi, col riconoscimento attraverso le immagini, entro 48 ore dai fatti.