Corriere dello Sport: “Addio all’ex Palermo Gaetano Salvemini, un galantuomo”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla morte dell’ex allenatore del Palermo Gaetano Salvemini.
Ieri, all’ospedale di Guastalla, è morto Gaetano Salvemini. Era nato a Molfetta 82 anni fa. È stato giocatore e allenatore in Serie C, in B e in A. Non stava bene da qualche tempo. I funerali saranno celebrati lunedì prossimo alle 9.30. Dalla camera ardente dell’ospedale di Guastalla (provincia di Reggio Emilia), il corteo raggiungerà la Chiesa di Gualtieri, dove abitava, e poi Mantova, dove il corpo sarà cremato. Lascia la moglie Vittoria e i figli Domenico, Cecilia, Marco e Andrea.
Lo chiamavano Salvempoli perché tutte le volte che Gaetano Salvemini indossava la maglia azzurra (1970-73 e poi 1977-78) o guidava la squadra dalla panchina (1978-81 e poi 1985-88), l’Empoli era protagonista. Gaetano è stato il primo allenatore a portare l’Empoli in Serie A nell’86 e a salvarlo per due anni di fila, solo che la seconda salvezza fu solo… morale: alla squadra vennero tolti 5 punti di penalizzazione e retrocesse.
Era un galantuomo, con un’educazione di un’altra epoca. Il calcio non era il baraccone di oggi e i personaggi erano genuini, come lui.
Da calciatore viene spesso descritto come attaccante, in realtà era un 10 di quell’epoca: destro, sinistro, la testa sempre alta, rigorista e il lancio sempre misurato. Aveva cominciato a giocare nel 1959 a Molfetta, la squadra della sua città e smise proprio a Empoli, nel ’78, passando da Mestrina, Alessandria, Venezia, Mantova, una toccata e fuga all’Inter, Como, la prima volta a Empoli, Lucchese, Siena e di nuovo Empoli dove l’anno seguente (1978-79), con Renzo Bagnoli presidente e Silvano Bini direttore sportivo, divenne allenatore. Sette anni di Serie C1, i tre in Toscana, Reggina, Spal, Casertana e Ternana, poi il glorioso ritorno a Empoli, con la promozione in A alla fine della stagione 1985-86. Storica la vittoria contro l’Inter di Trapattoni sul neutro di Firenze al debutto in Serie A, gol di Osio. È stato anche il primo ad aver allenato gli stranieri al Castellani, lo svedese Ekström e il croato Cop.
Lo richiamarono a casa, a Bari, e anche lì fu un trionfo. Volle con sé a tutti i costi Antonio Di Gennaro, portò i pugliesi subito in A e per due volte conquistò la salvezza prima di dare le dimissioni al quarto anno. Otto stagioni di B con Cesena, Palermo, Genoa (due volte), Lucchese, Cremonese e la chiusura a Monza. Ha vinto anche lontano da Empoli e Bari, una promozione in C col Siena, una in A col Venezia, una Mitropa Cup col Bari e un Anglo-Italiano col Genoa. Non si dava arie, non aveva inventato il braccetto e nemmeno il quinto, era semplicemente un uomo di calcio, si chiamava Gaetano Salvemini detto Salvempoli.