“Nove non bastano. Preparatevi al decimo cambio di panchina perché tra Zamparini e Ballardini dal gelo si è passati alla rottura. Che non è totale ma nei fatti apparirebbe scontata anche se ieri, si è registrato un clamoroso segno di disgelo: Ballardini ha telefonato al presidente, il faccia a faccia, è stato fissato per la prossima settimana. Ma le loro strade ugualmente si allontanano. Questione di feeling e di prospettive. Di progetti e di caratteri che cozzano. Quelle sfumature che non avevano permesso a Ballardini piena sintonia con la squadra. Situazione paradossale, da definire al più presto. Perché ripartire fra liti, incertezze, indifferenza non giova a nessuno. E sarebbe follia affrontare una stagione base, in cui potrebbero cambiare tante prospettive, dalla proprietà ai quadri direttivi, con presidente e allenatore che non si stimano e non si parlano. E sulle spine anche sul piano contrattuale. Ballardini ha percepito, premio salvezza incluso, 700mila euro netti, il contratto per la prossima stagione ne prevede 400mila, più i premi. Condizioni che il tecnico, a quanto pare, vorrebbe ridiscutere dopo avere mantenuto la serie A. Soliti discorsi di prima, quando la B sembrava inevitabile, e a impresa compiuta. Tutto insomma fa pensare ai titoli di coda”.
CASA ZAMPARINI. “I contatti sono frenetici. Con l’executive manager Baiguera e con Di Marzio. Uomini importanti per gli equilibri sociali. Con una variabile impazzita: quando Zamparini decide, non c’è nessuno che possa fargli cambiare idea. Il fatto che un allenatore, in questo casa Ballardini, sia blindato da un contratto non è mai stato un problema. Quando entra in ballo l’orgoglio del presidente, meglio mettere punto e andare a capo. Di Marzio ha un buon rapporto con Ballardini, pubblicamente sponsorizzato, e spinge per la riconferma. Ma non basta. Evidentemente, la ruggine del licenziamento, dopo la lite con Sorrentino e le spaccature dello spogliatoio, è tornata alla luce. Un miracolo ricomporre il rapporto. Più della stessa salvezza”.
SOLUZIONI. “Zamparini ha bisogno di vendere, non sarà facile lavorare con i giovani, i tifosi sono in agitazione. Partire a handicap, con un allenatore e un presidente che si ignorano, non avrebbe senso. Le ipotesi sul dopo Ballardini sono ricche di significato. Prima: un giovane. L’identikit porta a Oddo, Stellone e Simone Inzaghi, nell’ordine. Se si cerca un uomo di esperienza, si potrebbe profilare il clamoroso ritorno di Pioli o dell’ex (da calciatore) Reja. Dipende dalla scelta del direttore sportivo: gettonatissimo Foschi in dirittura d’arrivo, gradito a tutti. Poi Salerno. Ma soprattutto Foschi che a Palermo ha lasciato cuore e risultati”.
SOCIETA’ IN VENDITA. “Due interlocutori: uno italo americano, la famiglia Viola, l’altro cinese. Dal 10 al 15 giugno, Zamparini li vedrà per decidere il futuro. Possibilità che l’affare vada in porto: 50%. Zamparini dovrebbe comunque restare come presidente onorario. Il patron friulano sembra sul punto di non ritorno a meno che non succeda qualcosa di eclatante nei suoi affari. Ecco il motivo delle rinunce a Sorrentino e Maresca. E ora è il turno di Vazquez per il quale, addii a parte, manca un’offerta consistente. E Zamparini non vuole, e non può, fare regali”. Questo si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.