L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’accordo raggiunto tra FIFA e Rai per la trasmissione delle gare in tv del Mondiale femminile.
Quindici partite: tutte quelle dell’Italia, la gara inaugurale, le due semifinali e la finale. È questo il pacchetto attraverso il quale la Rai permetterà agli italiani di vedere il Mondiale femminile in programma in Australia e Nuova Zelanda dal 20 luglio al 20 agosto. Dall’altra parte del mondo, letteralmente, con le Azzurre impegnate sempre nella mattinata italiana. Più vicine all’alba che al pranzo, le loro partite, ma poco importa.
Perché quello che conta è che le tre sfide del girone contro Svezia, Argentina e Sudafrica siano garantite così come è garantito, eventualmente, tutto il restante percorso delle calciatrici che da lunedì saranno in ritiro a Riscone. D’altronde, questo è un Mondiale storico: per la prima volta le squadre partecipanti saranno 32 (passano le prime due di ogni girone) e per la prima volta il “pacchetto” di servizi riservato alle partecipanti (campi, hotel, trasporti e altri aspetti organizzativi) sarà lo stesso riservato agli uomini in Qatar. Per tutti questi motivi è logico che la rassegna in Australia e Nuova Zelanda rappresenti un salto di qualità per il calcio femminile. Il solo montepremi è triplicato rispetto al 2019 e ogni giocatrice, anche solo per il girone, riceverà un premio di 30.000 dollari.
Le 23 italiane – saranno ufficializzate dopo l’amichevole con il Marocco a Ferrara che chiuderà le due settimane di ritiro – avranno la possibilità di vivere un’esperienza straordinaria che inizieranno a preparare con un’ampia delegazione due settimane prima dell’inizio del Mondiale: ci si deve abituare al clima invernale e al fuso orario e, soprattutto, ci si deve preparare a un torneo fondamentale per la crescita di tutto il calcio femminile mondiale. Ecco perché non trasmettere le partite sarebbe stato un autogol clamoroso ed ecco perché anche grandi campioni dello sport, come Francesco Totti, si sono spesi per far sì che ci fosse la giusta copertura televisiva. E molto si è speso, a livello istituzionale, il ministro dello Sport, Abodi.
La notizia era nell’aria da qualche giorno, ieri è arrivata l’ufficialità: la Rai, nell’ambito dell’accordo tra Fifa ed Ebu, in rappresentanza delle televisioni pubbliche europee, ha acquisito i diritti di trasmissione multipiattaforma, in esclusiva free-to-air per l’Italia. L’accordo con la Fifa, poi, prevede, oltre a quelli sui Mondiali femminili 2023 anche i diritti di trasmissione del pacchetto “Fifa Other Events 2024/2027”, ovvero i Mondiali giovanili Under 20 e Under 17, sia maschili sia femminili, e alcuni documentari prodotti dalla Fifa e dedicati ai Mondiali femminili. «Siamo felici dell’accordo – le parole del presidente federale Gabriele Gravina -. Rappresenta un tassello importante nella prosecuzione del lavoro di promozione del calcio femminile che stiamo portando avanti con convinzione nel nostro Paese». Una giornata importante, quindi, per tutto il movimento. Nell’attesa, però, che tutto questo diventi scontato e non faccia più notizia.