L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul peso della panchina del Palermo.
Non si vince solo in 11. E quello che ogni allenatore dice per tenere buoni i giocatori che restano fuori diventa realtà nel Palermo di Giacomo Filippi. Le mosse dalla panchina, in particolare nella gare interne, hanno inciso in maniera clamorosa nei risultati della squadra ritrovatasi seconda da sola dopo il successo sul Monopoli, con 2 punti nuovamente rosicchiati al Bari, atteso al Barbera il prossimo 19 dicembre.
In 6 gare casalinghe su 9, i subentrati hanno fatto gol (3 Soleri, 2 Brunori, 1 Silipo). Lo stesso Silipo, invece che demoralizzarsi per aver perso il posto da titolare, le ultime 3 volte che è entrato dalla panchina al Barbera si è rivelato determinante: gol col Potenza per mettere al sicuro il successo (e giocando appena 5′), assist a Soleri con la Paganese, magia a liberare Brunori domenica sera nell’azione vincente col Monopoli. Se un fenomeno si ripete così spesso, non può certo essere ritenuto casuale: vuol dire che anche sul piano psicologico, la squadra è carica e convinta, e chi viene inserito a gara in corso riesce a dare il meglio pur con poco tempo a disposizione.
Un altro esempio? Il rilancio di Crivello, che in estate sembrava non più utile alla causa e adesso arricchisce le alternative in difesa: viene utilizzato spesso in frangenti delicati e mette a disposizione del Palermo esperienza e attaccamento ai colori. L’unità del gruppo . Anche sul piano dialettico, Filippi è sempre molto attento a cementare il gruppo. Il tecnico ha parlato di 24 leader in squadra, domenica ha definito la vittoria come frutto di un impegno che nasce da magazzinieri e fisioterapisti e non solo da chi va in copertina, ha insistito sul concetto che «chi non gioca, merita di giocare e sarebbe giusto se fosse arrabbiato con me. Ma l’importante è che sfoghi la propria arrabbiatura in campo mettendomi sempre più in difficoltà». Capitan De Rose ha aumentato la dose, citando Floriano e Marong che al momento sono ai margini: «Chi non gioca è determinante per noi e fa la differenza. L’arma in più di questo Palermo è un gruppo solido, capace subito di rialzarsi da un incidente di percorso come il ko di Picerno. Tutti hanno fame di aiutarci e sono sempre pronti quando vengono chiamati in causa».