“Se la tradizione ha un valore o è fatta per essere, almeno una volta, demolita, il Palermo oggi ha due opzioni: o continuarla, e non gli conviene, o sfatarla, come fece una volta, ma in Coppa Italia. A Torino, infatti, i precedenti sono favorevoli ai granata: una sola sconfitta in 85 anni, addirittura nel ’32, quando i rosa si imposero per 1-0, grazie a una rete del leggendario Scarone, prima, storica, vittoria in trasferta della squadra appena promossa. Da quel giorno, per il Palermo solo quattro pareggi, a fronte di sedici stop (altri due in B), undici addirittura consecutivi. Solo una volta, tra l’altro, più di un gol in trasferta, due per la precisione, nel dicembre del 2014, un pareggio firmato da Rigoni e Dybala.
LA MITICA VITTORIA. Il Palermo, in B, l’ottiene in Coppa Italia. E’ il 3 settembre del ’78 quando il Torino di Radice viene surclassato (1-3). La stagione è quella della finale con la Juventus. Veneranda deve accontentarsi di quel che passa il convento. Intanto, partono nomi eccellenti: Maio al Napoli, Magistrelli al Lecce, Vullo al Torino. Un Torino reduce da una scudetto, da un secondo e un terzo posto, che si sarebbe classificato quinto. Le qualità ai rosa non mancano. Frison tra i pali si difende con coraggio; Silipo e Di Cicco costituiscono una sicurezza; Citterio è uno come Grosso. A centrocampo enorme spessore con la precisione di Brignani e l’infinita classe di Magherini, supportate dal dinamismo di Osellame e Borsellino o dalla freschezza di Maritozzi. E in attacco la fantasia e il senso del gol di Chimenti uno che per Veneranda avrebbe dato l’anima. Come tutta la squadra del resto. Ed era questa la vera forza.
MIRACOLO A TORINO. Veneranda è al suo terzo anno. In campionato il Palermo stenta a trovare la miscela giusta. In Coppa vola. Gli stimoli sono forti, il tecnico li ingigantisce perché quelle erano le sue sfide. Il Palermo parte in sordina affrontando il Verona con Guidolin regista ed è 1-1 stentato (gol di Silipo a 10′ dalla fine). Poi, la squadra realizza l’impossibile con la memorabile vittoria sul Torino di Gigi Radice, di Graziani e Pulici, di Claudio Sala, Pecci, Onofri e Vullo. Mozzini porta in vantaggio il Toro e sembra fatta. Il Palermo nella ripresa si esalta. In venti minuti, pareggia con Osellame, poi firma l’impresa con due siciliani doc, Pasquale Borsellino e Ignazio Arcoleo. Questa la formazione: Frison, Gregorio Citterio; Brignani, Di Cicco, Silipo; Osellame (11′ st Vermiglio), Borsellino, Chimenti, Arcoleo, Montenegro. Con Magherini al posto di Arcoleo e con Maritozzi o Iozzia di Gregorio, con Conte preferito a Montenegro per la sua vivacità diventerà la formazione tipo. L’ultimo ostacolo è il Brescia di Gigi Simoni. Mentre il Torino affonda sotto i colpi di Guidolin (che segnerà anche un gol), il Palermo liquida la pratica con una doppietta di Osellame e il momentaneo pareggio di Bortolo Mutti. Così entra ai quarti e scrive la storia che si concluderà amaramente contro la Juventus”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.