L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’udienza per il Processo Prisma che riguarda la Juventus.
L ’apertura dell’udienza preliminare è fissata per oggi, dopo quasi due anni dall’inizio dell’inchiesta Prisma è arrivato il momento in cui comincia la partita tra la Juventus e la giustizia penale. Il campo di gioco sarà quello dell’aula dei maxi-processi, nel seminterrato del Tribunale di Torino. Ma sarà solo il fischio di inizio, i tempi si preannunciano lunghi: il Gup Marco Picco dovrà esprimersi sul rinvio a giudizio chiesto dalla Procura di Torino nei confronti della Juve e di dodici ex dirigenti bianconeri, ma è il nodo della competenza territoriale che può subito fermare la macchina in attesa di una decisione che sembra possa essere rinviata alla Corte di Cassazione.
IN AGENDA. Si profila un possibile rinvio quindi, per diversi motivi. In primo luogo l’udienza di oggi comincerà con la richiesta di chi si costituisce parte civile, in questo caso si sono mossi alcuni piccoli azionisti, meno di una trentina sono quelli che tramite il Codacons chiederanno di essere ammessi, ma non mancano coloro che si sono mossi da soli. E in via teorica non si può nemmeno escludere la comparizione a sorpresa di alcuni calciatori. Tra i motivi che potrebbero portare a un rinvio anche l’ipotesi che i pm Marco Gianoglio e Mario Bendoni possano chiedere di ritoccare i capi d’accusa in seguito a quanto emerso dalle indagini suppletive degli scorsi mesi: al momento della chiusura delle indagini preliminari i reati contestati erano complessivamente quindici, i principali reati ipotizzati dall’accusa sono quelli di falso in bilancio, false comunicazioni al mercato azionario, false fatturazioni e ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza (Consob). Se i pm dovesse effettivamente modificare i capi d’accusa, allora la difesa potrebbe chiedere un nuovo termine per esaminare le novità, quindi un rinvio. Infine, soprattutto, al Gup verrà presentata da parte della difesa l’istanza di spostamento del procedimento per competenza territoriale.
IL NODO. Resta questo il nodo principale da sciogliere. Secondo i legali bianconeri la giusta sede del processo dovrebbe essere spostata da Torino a Milano, sede della Borsa, o in subordine a Roma, dove si trovano fisicamente i data-center: questo perché il reato contestato più grave (false comunicazioni sociali, aggiotaggio e manipolazione del mercato) non si sarebbe consumato a Torino come sostenuto dall’accusa, che ritiene invece sia questa la sede corretta. Una decisione che il Gup potrebbe quindi rimandare alla Corte di Cassazione in seguito delle novità procedurali introdotte dalla riforma Cartabia, in tal caso arriverebbe uno stop difficile anche di qualche mese.
L’INDAGINE. Riepilogando, al termine dell’indagine sui conti della Juve nel triennio compreso tra il 2018 e il 2021, la Procura di Torino richiede il rinvio a giudizio per il club bianconero e altri dodici ex dirigenti all’epoca tutti operativi: si tratta di Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene, Francesco Roncaglio, Enrico Vellano, Marco Re, Stefano Cerrato, Stefano Bertola, Roberto Grossi, Stefania Boschetti, Fabio Paratici e Cesare Gabasio. I capi d’imputazione sono appunto quindici, l’inchiesta della Procura di Torino ha prodotto complessivamente oltre 15mila pagine di atti comprensivi anche di intercettazioni telefoniche, ambientali, interrogatori, documenti sequestrati. Compresi accordi privati e side letter: tra questi gli ormai famosissimi casi legati a Paulo Dybala e Cristiano Ronaldo, a loro volta molto più che semplici spettatori interessati.